Il Personaggio della Settimana: Marco Nuzzi

a cura della redazione
 
Questa settimana abbiamo deciso di intervistare uno dei nostri migliori assistenti a livello regionale. Stiamo parlando di Marco Nuzzi. Ha 27 anni (di cui 13 all'interno dell'AIA) ed attualmente viaggia in tutte le Marche per le migliori partite del campionato di Eccellenza. In bocca al lupo!
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Hai incarichi associativi? Se sì quali? Si, sono il referente atletico per il polo di allenamento di Urbino.

Cosa vuol dire per te essere arbitro e perchè hai scelto di diventare assistente? A me il calcio è sempre piaciuto pur non essendo molto portato a livello pratico, quindi per me essere arbitro significa poter vivere il mondo del calcio in maniera diversa ma bella ed entusiasmante allo stesso modo. Poi essere arbitro vuol dire far parte di una grande famiglia in cui non si smette mai di imparare e di crescere: perchè c'è sempre un collega più esperto dal quale prendere spunto e chiedere consigli. Ho appeso il fischietto al chiodo e deciso di diventare assistente quando, nel gennaio 2008, ho capito che più in là della mia categoria non potevo andare.

Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Io non vedo l'ora che arrivi il mercoledì sera per leggere la designazione e sapere dove andrò ad arbitrare, quindi consiglio di vivere il tutto con entusiasmo e con passione!!! Arbitrare è come la nostra vita: tutti abbiamo alti e bassi, l'importante è non abbattersi mai davanti a problemi o difficoltà e cercare sempre di superarli!!!

Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali o come assistente? E qual è l'aneddoto più curioso? Ricordo tutti gli esordi ma in particolare la mia prima partita: avevo compiuto da poco più di un mese 16 anni era il 02/10/1999 e la partita era Esordienti provinciali Caratese - Oratorio S. Martino, all'epoca eravamo ancora noi a dirigere questa categoria. Mi ricordo che ero teso ed emozionato ma con il passare dei minuti tutto divenne più facile e divertente!!! Invece l'episodio più curioso non avvenne sul terreno di gioco ma appena fuori il centro sportivo di Interello, dove gioca tutt'ora il settore giovanile dell'Inter ed era il 03/03/2002: la partita era Giovanissimi nazionali Inter - Milan e dovevo fare da assistente ad Andrea Gervasoni attuale AE CAN A. Appena fuori dal cancello del centro sportivo, sceso dalla macchina passò un'auto che prese in pieno una pozza d'acqua e mi fece la doccia. Ecco io mi presentai ai dirigenti tutto zuppo e ovviamente non sto a raccontarvi le facce divertite di tutti arbitro compreso!!!

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Il Personaggio della Settimana: Riccardo Pintaudi

a cura della redazione
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Riccardo Pintaudi (22 anni - 3 di tessera) è un giovane arbitro della sezione di Pesaro che a gennaio è stato proposto al CRA e la settimana scorsa ha fatto il debutto nel campionato di Prima Categoria. Complimenti e in bocca al lupo per la sua avventura all'interno dell'Associazione.
 
Hai incarichi associativi? Se sì, quali? No non ho incarichi associativi.

Cosa vuol dire per te essere arbitro? Per me essere arbitro significa crescere e diventare uomini forti e pronti ad affrontare ogni situazione nella vita.

Cosa diresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Fare l’arbitro è un’esperienza entusiasmante che permette di formare il proprio carattere e la propria personalità e offre la possibilità di svolgere una sana attività sportiva. Inoltre si ha la possibilità di conoscere molti nuovi amici e amiche arbitri con i quali divertirsi e trascorrere il proprio tempo libero.

Descrivi le emozioni che hai vissuto quando hai saputo di essere stato promosso al Cra e quelle del debutto in prima categoria. Ho saputo di essere stato promosso al CRA a fine anno e devo dire che è stata una fantastica emozione nell’aver appreso questa splendida notizia dopo intensi momenti di sacrifici. Durante il mio debutto in 1^ Categoria le emozioni sono state uguali a quelle dell’esordio nei giovanissimi provinciali:” costanza,allenamento,sacrifici e voglia di andare in campo per far vedere che siamo sempre i migliori e che non abbiamo mai paura delle difficoltà,devono essere i punti di forza che ci devono accompagnare sempre.

Come definiresti il tuo modo di arbitrare? A chi ti ispiri e qual è il tuo arbitro preferito? Il mio arbitro preferito è Andrea De Marco al quale cerco di ispirarmi. Sono un arbitro che predilige il gioco,quindi cerco in tutti i modi di evitare di fischiare spesso;anche se in molte partite ciò non è consentito!

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Filippo Merchiori (CAN B) ospite a Pesaro

di Ilaria Cleri, AE OTS - Foto di Thomas Bonci
 
ImageAncora una volta gli associati pesaresi hanno avuto l’onore di assistere ad una riunione tecnica di grande spessore. Lunedì 7 febbraio, infatti, ospite della nostra sezione è stato l’arbitro Filippo Merchiori della sezione di Ferrara, neo promosso in Can B. Dopo essere stato presentato alla platea dal Presidente Massimo Del Prete, il quale ha tracciato un breve excursus sulla carriera del giovane collega, ha lasciato la parola al protagonista della serata. Con grande semplicità ed umiltà, il fischietto estense ha intrattenuto i presenti in una vivace ed appassionante riunione, riportando alcuni frammenti del suo recente trascorso arbitrale, molti dei quali fino a ieri vissuti nei campi di Serie C ed oggi nei campi di Serie B, limitando dunque gli aspetti prettamente tecnici.
Fondamentale, ci ricorda Filippo, è sentirsi sempre una squadra quando si scende in campo, senza separare la figura dell’arbitro da quella dell’assistente, in quanto l’una non può prescindere dall’altra nella riuscita di una buona direzione di gara, perché come si gioisce assieme dopo una bella prestazione, si è dispiaciuti allo stesso modo dopo un errore.
Tra gli aspetti più importanti toccati dal nostro illustre ospite è sicuramente quello che riguarda l’essere arbitro, un concetto molto semplice se lo si fa coincidere con l’essere se stessi, senza mai snaturare la propria persona; lo stesso vale in campo, prosegue Filippo, bisogna avere la capacità di ascoltare i consigli di chi segue il nostro percorso di crescita e di saper “rubare” con l’occhio dai nostri colleghi più bravi, tutto ciò abbinato ad una grande umiltà e dalla voglia di migliorarsi sempre.

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