A Nicchi il premio "Clessidra d'oro" 2011

fonte: www.aia-figc.it
 
Si è svolto presso il Borgo Palace Hotel la presentazione della 21° edizione del torneo giovanile “Città di Sansepolcro”. Nell’occasione sono stati consegnati agli ospiti della serata alcuni premi. Il presidente dell’AIA Marcello Nicchi ha ricevuto a fine serata la “Clessidra d’oro”, con la seguente motivazione : "per la dedizione, la capacità, la volontà ed il successo con cui stà conducendo l'AIA". Presenti anche il giornalista sportivo Italo Cucci, l’ex allenatore di Cagliari e Cesena Pierpaolo Bisoli, Giancarlo Magrini, allenatore della Rappresentativa di serie D e Alberto Mambelli Vice Presidente Vicario della Lega Nazionale Dilettanti. Durante la serata si è tenuto anche un dibattito dal titolo «I giovani nel calcio, legge sbagliata o gestione errata?». In conclusione dell’evento c’è stato il sorteggio per il trofeo Baldi riservato agli juniores che vedrà dal 18 aprile al 26 giugno impegnate 36 società sportive provenienti dalla Toscana, Umbria, Marche e Romagna per un totale di 300 gare.

Il Personaggio della Settimana: Tomas Pagnetti

a cura della redazione
 
Questa settimana abbiamo deciso di intervistare Tomas Pagnetti, arbitro 25enne da 6 anni all'interno della "vita arbitrale". Attualmente è nell'organico regionale di Calcio a 5. Importante è anche il suo contributo associativo per la sezione di Pesaro. In bocca al lupo da parte della redazione.
 
Hai incarichi associativi? Se sì, quali? Visto tutto quello che mi ha dato questa sezione ho deciso due anni fà di rispondere alla chiamata del nostro presidente per entrare a far parte del consiglio direttivo, con il ruolo di cassiere; visto che non mi bastava, (come se il lavoro non mi portasse via abbastanza tempo) dall'inizio di questa stagione sportiva collaboro nella gestioneImage tecnica delle gare di calcio a 5 dei campionati di competenza sezionale. Diciamo abbastanza impegnato ma come da premessa stò solamente ridando ciò che mi è stato dato nei primi anni in questa associazione.

Che cosa vuol dire per te essere arbitro? E com’è cominciata la tua avventura all’interno dell’Associazione Italiana Arbitri? Inizio a rispondere dalla seconda domanda,decisamente la più facile,la mia avventura è iniziata così per scherzo, con un mio compagno di scuola, un giorno gli ho detto:- Oggi pomeriggio chiamo alla associazione arbitri per sentire come funzionano le cose! e poi... dopo nemmeno una settimana abbiamo iniziato il corso!Mentre la prima domanda mi rimane assai difficile rispondere,anche perché non mi sono mai fatto una domanda così profonda, ma posso dirvi che essere arbitro significa fornire un servizio di competenza e di alta professionalità al fine di garantire lo svolgimento dei campionati dilettantistici. Riconosco che ricoprire questo ruolo mi ha dato quegli equilibri interiori che spesso non vedo nei miei coetanei, a partire dal saper rapportarsi con le persone fino ad arrivare alla serietà, puntualità ed alla imparzialità che ci contraddistingue nel nostro ruolo. Infine mi ha dato l'opportunità di conoscere luoghi, persone e realtà che sicuramente in nessun altro modo avrei avuto la possibilità di affrontare e poi francamente a me è sempre piaciuto conoscere altri ragazzi che hanno la tua stessa passione sia che siano colleghi arbitri, calciatori o dirigenti. 
 
Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Un suggerimento lo circoscriverei in una semplice parola ma dalle svariate sfumature, libertà, entrare in campo liberi, sereni senza ansia alcuna; liberi dalla preoccupazione della difficoltà della gara,liberi dai condizionamenti esterni, liberi di potersi muovere (non solo fisicamente) all'interno della propria partita. E poi grande, grandissima umiltà, guai a sentirsi superiori agli altri sia tra colleghi che nei confronti dei calciatori,essere sempre disponibili al dialogo nel massimo rispetto dei ruoli. E per concludere suggerisco quello che per me personalmente ha fatto la differenza negli ultimi due anni, frequentare la sezione, frequentare i colleghi più esperti, andarli a vedere mentre arbitrano per cogliere il dettaglio, il particolare che ti permette il costante miglioramento dal lato gestionale e comportamentale.

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Il Personaggio della Settimana: Giuseppe Galli

a cura della redazione
 
Giuseppe Galli (36 anni - di cui 12 di tessera) è assistente arbitrale e, allo stesso tempo, arbitra le partite dal settore giovanile alla Seconda categoria per l'Organo Tecnico Sezionale. In bocca al lupo!!
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Com’è cominciata la tua avventura all’interno dell’Associazione Italiana Arbitri e come ti trovi attualmente? La mia avventura all’interno dell’AIA è iniziata nel 1999, nella sezione AIA di Ancona, in quel momento era l’unica sezione ad avere un corso arbitri che stava iniziando e nei primi anni ho arbitrato nella provincia di Ancona. Purtroppo ho iniziato la mia attività arbitrale quando avevo già 24 anni, ma ho avuto comunque una grande opportunità: quella di partecipare a gare di Promozione ed Eccellenza come assistente dell’arbitro. Gli ultimi 5 campionati li ho fatti nella sezione di Pesaro, dove ho diretto  gare di settore giovanile fino alla seconda categoria e restando sempre a disposizione del CRA Marche per le gare da assistente.
 
Cosa vuol dire per te essere arbitro? Essere arbitro per me significa innanzitutto far parte di una grande squadra, l’AIA. Essere un arbitro di calcio è saper vivere il calcio da una prospettiva diversa: facendo l’arbitro ho conosciuto il calcio più da vicino, aspetti tecnici e tattici che da profano spettatore mai avrei notato. Essere arbitro è stato per me un motivo di crescita personale in un’associazione che ti fa mettere continuamente alla prova con te stesso, a prescindere dagli obbiettivi che si possono raggiungere.

Che consiglio daresti ad un giovane arbitro? Ascoltare sempre i consigli del Presidente di sezione e degli osservatori. Nessuno di noi è perfetto e l’errore è sempre dietro l’angolo, ascoltando i consigli di chi ha avuto esperienze di lungo corso sui campi di calcio è fondamentale per accrescere la nostra capacità di dirigere una gara, al meglio.
 
Quali sono, secondo te, le responsabilità di un Assistente Arbitrale e come si svolge al meglio questo ruolo? L’Assistente dell’arbitro ha una grande responsabilità: far rispettare al meglio la regola 11, quella del fuorigioco. Nelle gare regionali di promozione ed eccellenza gli assistenti compongono la “terna arbitrale”, possono essere di grande aiuto all’arbitro se in campo si manifesta un evento “eccezionale”… l’assistente puo’ aiutare l’arbitro ad interpretare un episodio che dalla prospettiva visiva dell’arbitro era difficile da cogliere!  Fondamentale è la “concentrazione sull’allineamento” col penultimo difendente (l’ultimo solitamente è il portiere!!!) ed in tutte le situazioni in cui il pallone potrebbe non essere più in gioco come ad esempio l’uscita del pallone dalle linee laterali e linea di porta (gol-non-gol).

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