fonte: www.aia-figc.it
"Dobbiamo essere orgogliosi di avere il rispetto delle regole come cavallo di battaglia di questa associazione". Il Responsabile della CAI, Carlo Pacifici, ha radunato a Monastier di Treviso gli arbitri e gli osservatori che quest'anno operano per la Commissione Interregionale, ed ha aperto con questo messaggio la due giorni di lavori intensi, che hanno visto l'intera squadra impegnata in momenti di verifica e approfondimento tecnico. "Assieme alla Commissione - ha detto Pacifici - abbiamo fortemente voluto un raduno plenario tra arbitri e osservatori, perché riteniamo che entrambi i ruoli siano fondamentali. Gli osservatori poi, a giudizio nostro, hanno un compito importantissimo nella crescita di questa nuova classe arbitrale". "Non potete permettervi - ha detto Pacifici chiedendo agli arbitri di non farsi mai trovare impreparati - passi falsi, per voi ogni gara è una finale, dovete quindi mantenere sempre la concentrazione al massimo e dovete essere sempre pronti ad affrontare ogni difficoltà". L'incontro, che ha visto anche la presenza del Componente del Comitato Nazionale Massimo Della Siega, ha rappresentato anche l'opportunità di un'analisi statistica delle prestazioni arbitrali.
Il Personaggio della Settimana: Antimo Andolfi
a cura della redazione
Per l'undicesimo appuntamento di questa rubrica abbiamo deciso di intervistare Antimo Andolfi, giovane arbitro della sezione di Pesaro, che sta arbitrando partite di terza categoria. In bocca al lupo a lui per la sua carriera.
Hai incarichi associativi? Se sì quali? No, non ho nessun incarico associativo.
Cosa vuol dire per te essere arbitro? Beh…cosa vuol dire per me essere un arbitro… (domanda troppo difficile!) posso dire che è una cosa che mi piace fare molto, per 3 motivi. Il primo perché è un compito molto importante, anzi essenziale: l’arbitro in quei 90-95 minuti ha il controllo su tutto e diciamo che è proprio una bella sensazione! Il secondo motivo è perché fino ad ora ho avuto molte soddisfazioni e spero di continuare su questa strada. Infine, come terza motivazione, posso aggiungere anche il fatto che per questo “lavoro” vengo pagato ed essere pagato per una cosa che mi piace fare credo che sia una bella cosa.
Che suggerimento daresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Io gli direi che sia che ami o no il calcio è sempre una buona possibilità per ottenere molte soddisfazioni individuali; poi anche per quanto riguarda il clima all’interno dell’associazione, posso dire che è un luogo dove si sta molto bene, si conoscono tante altre persone, a partire dai presidenti di sezione a tutti i colleghi arbitri, da cui puoi ricevere e dare tante cose sia a livello arbitrale sia sotto l’aspetto umano.
Per l'undicesimo appuntamento di questa rubrica abbiamo deciso di intervistare Antimo Andolfi, giovane arbitro della sezione di Pesaro, che sta arbitrando partite di terza categoria. In bocca al lupo a lui per la sua carriera.
Hai incarichi associativi? Se sì quali? No, non ho nessun incarico associativo.
Cosa vuol dire per te essere arbitro? Beh…cosa vuol dire per me essere un arbitro… (domanda troppo difficile!) posso dire che è una cosa che mi piace fare molto, per 3 motivi. Il primo perché è un compito molto importante, anzi essenziale: l’arbitro in quei 90-95 minuti ha il controllo su tutto e diciamo che è proprio una bella sensazione! Il secondo motivo è perché fino ad ora ho avuto molte soddisfazioni e spero di continuare su questa strada. Infine, come terza motivazione, posso aggiungere anche il fatto che per questo “lavoro” vengo pagato ed essere pagato per una cosa che mi piace fare credo che sia una bella cosa.
Che suggerimento daresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Io gli direi che sia che ami o no il calcio è sempre una buona possibilità per ottenere molte soddisfazioni individuali; poi anche per quanto riguarda il clima all’interno dell’associazione, posso dire che è un luogo dove si sta molto bene, si conoscono tante altre persone, a partire dai presidenti di sezione a tutti i colleghi arbitri, da cui puoi ricevere e dare tante cose sia a livello arbitrale sia sotto l’aspetto umano.
Il Personaggio della Settimana: Andrea Bindella
a cura della redazione
Riapriamo questa rubrica, dopo la pausa per le festività natalizie, con l'intervista ad uno dei migliori fischietti della sezione di Pesaro. Stiamo parlando di Andrea Bindella, giovane arbitro che sta dirigendo partite di Eccellenza sempre più importanti. In bocca a lupo da parte di tutta la sezione.
Che cosa vuol dire per te essere arbitro? Secondo me essere arbitro significa essere consapevoli di essere all’interno di un grande gruppo. Un gruppo di colleghi, amici, tutti consapevoli che l’AIA è una grande palestra di vita. All’interno dell’ associazione bisogna compiere dei sacrifici che, però, con il tempo, verranno ripagati. Infatti, bisogna essere consapevoli del fatto che per arbitrare è necessario allenarsi, avere pazienza ed essere capace, a volte, di fare qualche rinuncia. Tutto questo, vi posso assicurare che inizialmente è difficile ma, quando iniziano ad arrivare le prime soddisfazioni, le prime belle partite, le prime belle parole da parte dei dirigenti, ci si sente estremamente soddisfatti e felici. Questo, chiaramente, porta a porsi sempre nuovi obiettivi, sempre più grandi e i sacrifici fatti per raggiungerli non verranno più considerati tali.
Che cosa diresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Per convincere un ragazzo ad intraprendere questa attività lo porterei a vedere un nostro allenamento. Infatti, pur essendo un momento un cui tutti diamo il massimo, facendo sforzi fisici importanti, riusciamo sempre a divertirci. Questo è lo spirito che caratterizza, fortunatamente, la nostra associazione. In effetti, noi oltre ad essere dei “colleghi”, siamo, soprattutto degli amici. Questo è una cosa bellissima, in quanto, (come dice anche il nostro presidente del C.R.A., Gustavo Malascorta); soltanto nella nostra associazione è possibile una cosa simile. Soltanto noi riusciamo, seppur con un minimo di competizione tra noi, ad essere felici per il nostro amico, anche quando, magari, va ad arbitrare la partita che avremmo voluto, pensato, sognato di dirigere noi!!
Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali? E qual è l'aneddoto più curioso? Da questo punto di vista mi ritengo fortunato, in quanto, nella mia breve carriera arbitrale, sono riuscito a togliermi delle belle soddisfazioni che, però, non vorrei raccontarvi, almeno qui. La cosa, invece, che mi preme raccontarvi è l’evento che meglio ha caratterizzato il Polo di Fano!! Infatti, in data 1 Luglio 2010, in concomitanza con il mio compleanno, abbiamo deciso di fare una serata particolare… La cosiddetta Bar-atona: cena e poi, rigorosamente in bicicletta, giro di qualche bar per berci qualcosa… Ecco, questa è stata una serata particolare, direi bellissima perché eravamo tutti insieme, tutti arbitri, ma soprattutto grandissimi amici che grazie a questa associazione siamo riusciti a conoscerci e diventare una grande squadra. Per questo, secondo me, questo rimarrà un avvenimento che nessuno dei partecipanti, per un motivo o per un altro, riuscirà mai a dimenticarsi….
Che cosa diresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Per convincere un ragazzo ad intraprendere questa attività lo porterei a vedere un nostro allenamento. Infatti, pur essendo un momento un cui tutti diamo il massimo, facendo sforzi fisici importanti, riusciamo sempre a divertirci. Questo è lo spirito che caratterizza, fortunatamente, la nostra associazione. In effetti, noi oltre ad essere dei “colleghi”, siamo, soprattutto degli amici. Questo è una cosa bellissima, in quanto, (come dice anche il nostro presidente del C.R.A., Gustavo Malascorta); soltanto nella nostra associazione è possibile una cosa simile. Soltanto noi riusciamo, seppur con un minimo di competizione tra noi, ad essere felici per il nostro amico, anche quando, magari, va ad arbitrare la partita che avremmo voluto, pensato, sognato di dirigere noi!!
Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali? E qual è l'aneddoto più curioso? Da questo punto di vista mi ritengo fortunato, in quanto, nella mia breve carriera arbitrale, sono riuscito a togliermi delle belle soddisfazioni che, però, non vorrei raccontarvi, almeno qui. La cosa, invece, che mi preme raccontarvi è l’evento che meglio ha caratterizzato il Polo di Fano!! Infatti, in data 1 Luglio 2010, in concomitanza con il mio compleanno, abbiamo deciso di fare una serata particolare… La cosiddetta Bar-atona: cena e poi, rigorosamente in bicicletta, giro di qualche bar per berci qualcosa… Ecco, questa è stata una serata particolare, direi bellissima perché eravamo tutti insieme, tutti arbitri, ma soprattutto grandissimi amici che grazie a questa associazione siamo riusciti a conoscerci e diventare una grande squadra. Per questo, secondo me, questo rimarrà un avvenimento che nessuno dei partecipanti, per un motivo o per un altro, riuscirà mai a dimenticarsi….
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