a cura della redazione
Questa settimana abbiamo deciso di intervistare Tomas Pagnetti, arbitro 25enne da 6 anni all'interno della "vita arbitrale". Attualmente è nell'organico regionale di Calcio a 5. Importante è anche il suo contributo associativo per la sezione di Pesaro. In bocca al lupo da parte della redazione.
Hai incarichi associativi? Se sì, quali? Visto tutto quello che mi ha dato questa sezione ho deciso due anni fà di rispondere alla chiamata del nostro presidente per entrare a far parte del consiglio direttivo, con il ruolo di cassiere; visto che non mi bastava, (come se il lavoro non mi portasse via abbastanza tempo) dall'inizio di questa stagione sportiva collaboro nella gestione

tecnica delle gare di calcio a 5 dei campionati di competenza sezionale. Diciamo abbastanza impegnato ma come da premessa stò solamente ridando ciò che mi è stato dato nei primi anni in questa associazione.
Che cosa vuol dire per te essere arbitro? E com’è cominciata la tua avventura all’interno dell’Associazione Italiana Arbitri? Inizio a rispondere dalla seconda domanda,decisamente la più facile,la mia avventura è iniziata così per scherzo, con un mio compagno di scuola, un giorno gli ho detto:- Oggi pomeriggio chiamo alla associazione arbitri per sentire come funzionano le cose! e poi... dopo nemmeno una settimana abbiamo iniziato il corso!Mentre la prima domanda mi rimane assai difficile rispondere,anche perché non mi sono mai fatto una domanda così profonda, ma posso dirvi che essere arbitro significa fornire un servizio di competenza e di alta professionalità al fine di garantire lo svolgimento dei campionati dilettantistici. Riconosco che ricoprire questo ruolo mi ha dato quegli equilibri interiori che spesso non vedo nei miei coetanei, a partire dal saper rapportarsi con le persone fino ad arrivare alla serietà, puntualità ed alla imparzialità che ci contraddistingue nel nostro ruolo. Infine mi ha dato l'opportunità di conoscere luoghi, persone e realtà che sicuramente in nessun altro modo avrei avuto la possibilità di affrontare e poi francamente a me è sempre piaciuto conoscere altri ragazzi che hanno la tua stessa passione sia che siano colleghi arbitri, calciatori o dirigenti.
Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Un suggerimento lo circoscriverei in una semplice parola ma dalle svariate sfumature, libertà, entrare in campo liberi, sereni senza ansia alcuna; liberi dalla preoccupazione della difficoltà della gara,liberi dai condizionamenti esterni, liberi di potersi muovere (non solo fisicamente) all'interno della propria partita. E poi grande, grandissima umiltà, guai a sentirsi superiori agli altri sia tra colleghi che nei confronti dei calciatori,essere sempre disponibili al dialogo nel massimo rispetto dei ruoli. E per concludere suggerisco quello che per me personalmente ha fatto la differenza negli ultimi due anni, frequentare la sezione, frequentare i colleghi più esperti, andarli a vedere mentre arbitrano per cogliere il dettaglio, il particolare che ti permette il costante miglioramento dal lato gestionale e comportamentale.
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