a cura della redazione
E' con grande piacere che il terzo numero della rubrica è dedicato ad un arbitro di calcio a 5, sport che negli ultimi tempi sta emergendo sempre più in tutta Italia. Abbiamo colto l'occasione con Mirko D'angeli (38 anni - 23 di tessera), uno degli arbitri più esperti della sezione di Pesaro. Attualmente arbitra a livello nazionale i massimi campionati di calcio a 5 (CAN 5).
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ivi? Se sì quali? Al momento no. Mi piacerebbe ma il tempo che dedico all’AIA è tutto per l’arbitraggio per la CAN5 (allenamenti, ritiri, riunioni, ecc.). In passato sono stato consigliere e referente per l’atletica.
Che cosa vuol dire per te essere arbitro? Come è cominciata la tua avventura all'interno dell'Associazione Italiana Arbitri? Essere arbitro vuol dire prendere parte ad uno splendido spettacolo che va in scena sui campi erbosi o nei palazzetti. Questo spettacolo si presta a grandi insegnamenti e ti dà delle grandi oppurtunità di crescita sia come atleta che come persona. La mia avventura è iniziata all’età di 16 anni (15 per l’AIA visto che sono nato ad agosto), e grazie a una circolare che girava a scuola sono venuto a conoscenza della possibilità di fare il corso arbitri. Così io e Marco Toti (andavamo a scuola insieme) abbiamo intrapreso questa avventura. La curiosità mi ha spinto verso questa attività.
Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? 1° DIVERTIRSI, poi credere nei sogni e lavorare con tutto se stesso per raggiungere questo traguardo, questo vale per tutto nella vita ed è l’insegnamento che ho avuto dall’arbitraggio.
Perchè un arbitro, abituato a correre per i campi in erba, dovrebbe provare il Futsal? Penso che arbitrare il calcio a “11” sia bellissimo in qualsiasi categoria e mi manca molto non correre in un campo d’erba, ma un giorno a fine avventura alla CAN5 mi metterò a diposizione della sezione (se mi vorrà) per tornare sui campi della provincia. Il calcio a 5 è un’altra disciplina! E’ un bellissimo sport totalmente diverso dal calcio a “11”, divertente, veloce dove l’impegno principale non è fisico ma mentale per un arbitro. Consiglio a qualsiasi arbitro che non è più selezionabile per il calcio a “11” di provare questa strada perché arbitrare a livello nazionale è veramente bello e poter far parte di questo “spettacolo” è entusismante oltre al fatto di poter girare l’Italia.
Qual è secondo te la caratteristica principale di un arbitro? Chi è il tuo arbitro preferito? Le caratteristiche principali di un arbitro, secondo me, sono l’umiltà e il sacrificio a qualsiasi livello. Ma queste, sempre secondo me, sono caratteristiche intrinseche di ogni atleta e valide in ogni aspetto della vita. L’arbitro che mi è piaciuto di più in carriera è stato un nostro collega sezionale, Enrico Sartini, un arbitro e amico che è arrivato ad arbitrare in Interregionale (quella volta si chiamava così). Purtroppo non è stato premiato come meritava. Oggi l’arbitro che mi piace di più è Emidio Morganti.
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