Raduno intersezionale: cosa dice la sezione di Arezzo

fonte: www.aia-figc.it / articolo di Marco Caneschi

SabatImageo scorso è terminato il raduno interprovinciale delle sezioni di Arezzo, Pesaro e Grosseto che si è svolto nella meravigliosa cornice di Caprese Michelangelo, piccolo ma ospitalissimo comune dell'alta Valtiberina toscana. Sotto gli occhi vigili dei 3 Presidenti (Giancarlo Chiappini di Arezzo, Massimo Del Prete di Pesaro e Franco Ferretti di Grosseto) si sono sono svolti i consueti test atletici e i quiz regolamentari che hanno avuto un discreto successo. Nella "tre giorni" arbitrale si sono anche succeduti relatori d'eccezione i quali sono stati accolti nello splendido e capiente auditorium del Centro Sportivo F.I.T di Caprese. Per primi hanno preso la parola per le loro disposizioni tecniche i Presidenti CRA delle Marche Gustavo Malascorta e quello della Toscana Ciro Camerota. Poi abbiamo avuto l'onore di avere come oratori Carlo Polci già Presidente AIA Arezzo ed attuale Vice-Presidente del Servizio Ispettivo Nazionale AIA e l'ex-arbitro internazionale Paolo Bertini. Non è da tutti avere il saluto, in un raduno interprovinciale, del Presidente Nazionale AIA Marcello Nicchi. Sabato mattina, a chiusura del raduno con le ultime raccomandazioni dei Presidenti Chiappini-Ferretti-Del Prete, hanno portato il saluto anche il Sindaco di Caprese Michelangelo Filippo Betti e l'Assessore allo Sport Alba Montagnoli.

Il Personaggio della Settimana: Mila Della Dora

a cura della redazione

Come primo nImageumero di questa nuova rubrica abbiamo deciso di intervistare la nostra associata Mila Della Dora (32 anni - 18 di tessera) fresca di debutto alla CAN PRO come assistente. Quest'anno ha anche ricevuto il prestigiosissimo Premio dall'AIA come miglior Assistente a livello nazionale. Davvero complimenti.

Hai incarichi associativi? Se sì quali? No.

Cosa vuol dire per te essere arbitro e perchè hai scelto di diventare assistente? Essere arbitro vuol dire far parte di una grande squadra. Non siamo arbitri solo in campo. Si inizia a essere arbitri studiando il regolamento, preparandoci atleticamente... poi si resta per tutta la vita... L'assistente...?! Quando nel 2000 arrivai ad arbitrare in eccelenza (prima e ancora unica Donna delle Marche) compresi che la mia "non altezza" era un limite... Pensai: se mi sposto sulla fascia...sbaglio il meno possibile...chissà che non mi possa togliere altre soddisfazioni?!

Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? L'ARBITRAGGIO è "metaforicamente" il nostro GIRO D'ITALIA. Sarà importante per ognuno di Noi essere sempre pronti e reattivi: ogni momento ci potranno essere salite, discese, scatti, volate, rincorse per riprendere un fuggitivo ecc.... CHI HA PIU' TESTA E GAMBE VINCERA' ...NON VALE NIENT'ALTRO !!!! (la CAN D mi ha insegnato anche questo).

Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali o come assistente? E qual è l'aneddoto più curioso? Tutti i debutti sono importanti...ne voglio ricordare uno: 26/03/1999 CICOGNA - MONSERRA si debutta in Promozione con 2 assistenti tesissimi e onoratissimi (così dicevano) perchè i primi marchigiani a coadiuvare il primo arbitro donna della Marche in una partita di promozione......il grande Marco Toti (ex AA CAN PRO, attuale OT CRA Marche) e Francesco Magnani...i giornali scrivono: "...la ragazza non mostra emozione..."

A chi ti ispiri e qual è il tuo assistente preferito? Quale arbitro invece ti piace di più?  Ogni Arbitro e ogni Assistente alla CAN A...ha tanto da insegnarci...cerco di "prendere da ogniuno il meglio"..."mai criticare"...si cresce anche "sbagliando"...siamo esseri umani !!!

Un tuo pregio ed un tuo difetto? un pregio?!.........ci penso ! un difetto?!............non saprei da dove iniziare!

Qual è l'obiettivo che speri di raggiungere in questa stagione? Debuttare in Prima Divisione e poi.......fare un po' più di una partita........magari un n° perfetto (3)?!

Sante De Franceschi, addio al baseball dopo 40 anni

fonte: www.baseball.it

Ci sono personaggi che hanno segnato la storia del baseball. Personaggi che hanno ricevuto tanto da questo mondo, perché tanto hanno dato con la loro personalità, il loro rispetto e soprattutto per la loro passione. Uno di questi è senz'altro stato il nettunese Santino De Franceschi. Il miglior arbitro europeo lascia con dispiacere la sua corazza, la sua maschera e il suo posto dietro casa base. Lascia dopo quaranta anni di carriera, lascia proprio lì da dove aveva iniziato, da quel lontano Fortitudo-Unipol nel 1970 che ha dato il là ad un ciclo che si chiude sempre al Gianni Falchi, con un altro derby sentitissimo, Bologna-Parma. 3 settembre 2010. E' il giorno della finale a Bologna. E' il giorno del Parma scudettato. E' il giorno dell'addio di un personaggio simbolo nel panorama del batti e corri continentale. Cinque minuti di applausi per un arbitro non si erano mai visti in nessuno sport, uno speaker che ne tesse le lodi scandendo i successi di una carriera altrettanto lunga e straordinaria. Un carriera da cui Sante ha avuto tutto quello che un arbitro può desiderare: 6 partecipazioni agli europeo, 3 ai Mondiali, una nella Coppa Intercontinentale e svariate Coppe Campioni, con la perla della semifinale delle Olimpiadi di Barcellona '92, in cui ha arbitrato la sfida delle sfide: Cuba-Stati Uniti. E dire che tutto è iniziato quasi per caso.
"Mi sono avvicinato al baseball a 18 anni - dice Santino De Franceschi - troppo tardi per giocare. Prima mi interessavo solo di calcio, ma poi mi sono innamorato di questo sport stupendo seguendo i miei maestri Umberto Scirman e Franco Faraone". Una carriera ricca di successi e di eventi di cui Sante conserva ogni ricordo, senza preferenze: "Non c'è un ricordo particolare, è un ricordo globale. Per quarant'anni ho vissuto in un mondo speciale che mi ha permesso di vivere in mezzo a tante generazioni di giovani. La cosa più bella è stata ricevere una tale dimostrazione di stima nella mia ultima partita come arbitro sia dal pubblico che dai tifosi, ma specialmente dai giocatori che prima della partita mi hanno mostrato il loro rammarico. E' la cosa più bella sapere di aver lasciato qualcosa nei giocatori".
Le decisioni al limite sono parte integrante di questo difficile mestiere. In quaranta anni ne ha prese tante, ma una in particolare ha segnato la memoria dell'arbitro nettunese: "Nella mia vita sportiva ho raggiunto tutti gli obiettivi che si possono desiderare e rammarichi non ce ne sono. Le decisioni difficili fanno parte del mestiere e non scorderò mai la finale scudetto del 1973 tra Parma e Bologna (ironia della sorte, ndr). Era l'ultimo inning con il Parma ad un out dalla vittoria del titolo. Sul monte c'era Manzini che lancia una palla bassa che io chiamo ball tra le proteste generali, sul lancio successivo Montalto batte un fuoricampo da due punti facendo vincere il Bologna. Dopo solo una settimana sono tornato ad arbitrare a Parma per gli Intercontinentali. Un bravo arbitrare si deve fare coinvolgere solo in quel momento dalle sue decisioni, ma poi deve essere capace di scrollarsele di dosso".
La fine della carriera arriva in uno dei suoi anni migliori di arbitraggio, ma le regole non si possono cambiare. Da quest'anno la Federazione ha imposto agli arbitri il limite di età, e non si fanno sconti neanche per il miglior arbitro europeo. "Come decisione la ritengo giusta - conclude Santino De Franceschi - ma mi sentivo bene in mezzo al campo, purtroppo capisco che nella vita tutto inizia e tutto finisce". Per De Franceschi dovrebbe essere pronto un posto in federazione, giusto merito per una carriera vissuta sin dall'inizio ad altissimi livelli.   Davide Bartolotta

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