Il Personaggio della Settimana: Antimo Andolfi
a cura della redazione
Per l'undicesimo appuntamento di questa rubrica abbiamo deciso di intervistare Antimo Andolfi, giovane arbitro della sezione di Pesaro, che sta arbitrando partite di terza categoria. In bocca al lupo a lui per la sua carriera.
Hai incarichi associativi? Se sì quali? No, non ho nessun incarico associativo.
Cosa vuol dire per te essere arbitro? Beh…cosa vuol dire per me essere un arbitro… (domanda troppo difficile!) posso dire che è una cosa che mi piace fare molto, per 3 motivi. Il primo perché è un compito molto importante, anzi essenziale: l’arbitro in quei 90-95 minuti ha il controllo su tutto e diciamo che è proprio una bella sensazione! Il secondo motivo è perché fino ad ora ho avuto molte soddisfazioni e spero di continuare su questa strada. Infine, come terza motivazione, posso aggiungere anche il fatto che per questo “lavoro” vengo pagato ed essere pagato per una cosa che mi piace fare credo che sia una bella cosa.
Che suggerimento daresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Io gli direi che sia che ami o no il calcio è sempre una buona possibilità per ottenere molte soddisfazioni individuali; poi anche per quanto riguarda il clima all’interno dell’associazione, posso dire che è un luogo dove si sta molto bene, si conoscono tante altre persone, a partire dai presidenti di sezione a tutti i colleghi arbitri, da cui puoi ricevere e dare tante cose sia a livello arbitrale sia sotto l’aspetto umano.
Per l'undicesimo appuntamento di questa rubrica abbiamo deciso di intervistare Antimo Andolfi, giovane arbitro della sezione di Pesaro, che sta arbitrando partite di terza categoria. In bocca al lupo a lui per la sua carriera.
Hai incarichi associativi? Se sì quali? No, non ho nessun incarico associativo.
Cosa vuol dire per te essere arbitro? Beh…cosa vuol dire per me essere un arbitro… (domanda troppo difficile!) posso dire che è una cosa che mi piace fare molto, per 3 motivi. Il primo perché è un compito molto importante, anzi essenziale: l’arbitro in quei 90-95 minuti ha il controllo su tutto e diciamo che è proprio una bella sensazione! Il secondo motivo è perché fino ad ora ho avuto molte soddisfazioni e spero di continuare su questa strada. Infine, come terza motivazione, posso aggiungere anche il fatto che per questo “lavoro” vengo pagato ed essere pagato per una cosa che mi piace fare credo che sia una bella cosa.
Che suggerimento daresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Io gli direi che sia che ami o no il calcio è sempre una buona possibilità per ottenere molte soddisfazioni individuali; poi anche per quanto riguarda il clima all’interno dell’associazione, posso dire che è un luogo dove si sta molto bene, si conoscono tante altre persone, a partire dai presidenti di sezione a tutti i colleghi arbitri, da cui puoi ricevere e dare tante cose sia a livello arbitrale sia sotto l’aspetto umano.
Raccontaci le emozioni che hai vissuto fino ad oggi nella tua carriera arbitrale con particolare riferimento al debutto in terza categoria. Non è da tanto che arbitro, da quasi un anno,ma posso dire lo stesso che ho avuto molte soddisfazioni e ho provato diverse emozioni. Sicuramente le emozioni più belle sono quelle del passaggio di categoria. Infatti per me l’ultima emozione è stata proprio quella della promozione in terza categoria: non vedevo l’ora di farla. E così, circa un mese fa, ho arbitrato la mia prima partita: subito ho notato la netta differenza rispetto alla categoria “Under 18” , c’era un clima totalmente diverso. Chiaramente è stato molto più impegnativo e difficile ma credo di essermela cavata abbastanza bene.
Qual è secondo te la caratteristica più importante di un arbitro? A chi ti ispiri e qual è il tuo arbitro preferito?
Secondo me l’abilità più importante che deve avere un arbitro è sicuramente quella di mantenere sempre la calma, la concentrazione e di essere lucidi in qualsiasi momento della partita, dal primo all’ultimo minuto. Io mi ispiro a due arbitri: il primo è Nicola Rizzoli della sezione di Bologna e il secondo è Paolo Tagliavento della sezione di Terni.
Un tuo pregio ed un tuo difetto? Per quanto riguarda me come persona, direi che un pregio è quello di riuscire a socializzare molto facilmente con le persone e direi che in questo ambiente è molto importante, un mio difetto invece è che sono un po’ permaloso. Invece per quanto riguarda me come arbitro direi che non posso dirlo io ma deve giudicare il mio organo tecnico.
Qual è secondo te la caratteristica più importante di un arbitro? A chi ti ispiri e qual è il tuo arbitro preferito?
Secondo me l’abilità più importante che deve avere un arbitro è sicuramente quella di mantenere sempre la calma, la concentrazione e di essere lucidi in qualsiasi momento della partita, dal primo all’ultimo minuto. Io mi ispiro a due arbitri: il primo è Nicola Rizzoli della sezione di Bologna e il secondo è Paolo Tagliavento della sezione di Terni.
Un tuo pregio ed un tuo difetto? Per quanto riguarda me come persona, direi che un pregio è quello di riuscire a socializzare molto facilmente con le persone e direi che in questo ambiente è molto importante, un mio difetto invece è che sono un po’ permaloso. Invece per quanto riguarda me come arbitro direi che non posso dirlo io ma deve giudicare il mio organo tecnico.
Qual è l'obiettivo che speri di raggiungere in questa stagione sportiva? L’obiettivo che spero di ottenere al termine di questa stagione è di arbitrare almeno una partita in prima categoria, anche se credo che sarà difficile.