Andrea Marzaloni, assistente CAN A, in visita a Pesaro

di Thomas Bonci, AE OTR
 
La sezione AIImageA di Pesaro ha avuto il piacere di ospitare per la riunione tecnica del 28 febbraio 2011 l’amico e collega Andrea Marzaloni, assistente della CAN A.
Nella prima parte della serata si sono approfondite le regole 6 (“Gli assistenti dell’arbitro”) e 11 (“Il fuorigioco”) del Regolamento del Gioco del Calcio mentre nella seconda, Andrea ci ha mostrato alcuni video che lo vedevano coinvolto in episodi di fuorigioco (e non solo) nei campi di Serie A.
Andrea ha cominciato la riunione tecnica spiegando l’importanza del ruolo dell’assistente dell’arbitro. Una volta si chiamavano “guardalinee” (dall’inglese “linesman”) mentre poi hanno assunto la denominazione attuale per evidenziare come queste persone facciano parte a tutti gli effetti (e quindi non solo per la rilevazione dei fuorigioco che rimane, comunque, la priorità) della “squadra arbitrale”. Una squadra che può essere composta da tre persone (la classica terna), da quattro persone (arbitro, assistenti e quarto ufficiale) o addirittura, in alcune competizioni internazionali, anche da sei individui (con la presenza, quindi, di due “arbitri di porta”).  I compiti degli assistenti arbitrali sono quelli di: segnalare quando un calciatore deve essere punito per la sua posizione di fuorigioco, segnalare le rimesse laterali, le sostituzioni e gli episodi (falli, scorrettezze e quant’altro) che avvengono al di fuori del campo visivo dell’arbitro. Interessante è stato anche il discorso affrontato sulla regola del Fuorigioco, regola che si è evoluta moltissimo nel corso degli anni. L’IFAB, con i continui aggiornamenti sul Regolamento, ha sempre privilegiato la spettacolarità delle partite e l’aumento del numero dei goal.

Il Personaggio della Settimana: Raoul Zizzo

a cura della redazione
 
L'intervistato di questa settimana è Raoul Zizzo, 25 anni, che è entrato a far parte dell'AIA 8 anni fa. Da 6 mesi arbitra il Futsal e la scorsa settimana ha potuto debuttare nel campionato C2 di calcio a 5. In bocca al lupo a lui per le future partite!
 
Hai incarichi associativi? Se sì quali? No, nessun incarico.
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Che cosa vuol dire per te essere arbitro? Come è cominciata la tua avventura all'interno dell'Associazione Italiana Arbitri? Be c’è un dettaglio importante nella tua domanda ossia essere arbitro…noi siamo degli esempi da seguire dentro e fuori dal campo e dobbiamo essere impeccabili sempre!per cui meglio essere arbitro sempre che farlo per 90’.io  ho iniziato un po’ per  gioco un po’ per caso. nel 2003 mi arrivò una lettera di invito a frequentare il corso arbitri e io non praticando nessuno sport decisi di tentare!l’esordio lo ricordo ancora fossombrone-fanella 2 a 2 del 24/1/04, oltre all’atmosfera surreale c’era un freddo allucinante! Pero ero contento di quello che era il mio ruolo e stupito da quel potere che mi dava indossare la gloriosa giacchetta nera.

Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Un giovane arbitro visto da dietro ha la stessa divisa di un arbitro un po’ più anziano, per cui senza timore bisogna andare in campo consapevoli che alle spalle abbiamo una grande associazione che ci sostiene e ci appoggia sempre! Poi la differenza la farà la voglia,la passione e l’umiltà, però all’inizio secondo me è importante non avere timore di essere soli contro 22 ma al contrario quei 22 devono avere timore e rispetto di noi.

Perchè un arbitro, abituato a correre per i campi in erba, dovrebbe provare il Futsal? Be sai dopo 7 anni di calcio fra otp e otr mi sono mancati quegli stimoli e quella voglia, che come ti dicevo prima fanno la differenza, e semplicemente ho capito un po’ da solo e un po’ grazie al grande Foscoli che bastava avere il coraggio di rimettermi in gioco! Il calcio a 5 in questi primi 6 mesi gia mi sta ripagando alla grande con un bel debutto in C2 e di questo ringrazio Luca veramente ma anche Paolo Giammarchi che mi sta offrendo questa grande opportunità.

Qual è secondo te la caratteristica principale di un arbitro? Chi è il tuo arbitro preferito? Un arbitro secondo me deve avere personalità. Se scendi in campo con la paura di sbagliare hai gia perso la tua partita perché un giocatore lo capisce da come arrivi al campo! Per cui io sono l’arbitro designato per questa partita e il migliore in grado di arbitrarla, poi posso sbagliare come un giocatore sbaglia un goal o un allenatore sbaglia la sostituzione. Con la giusta umiltà si può sempre migliorare ovviamente divertendosi! Guardando qualche partita ultimamente dico Tagliavento, ha un carattere d’acciaio e nessuno fiata!!! Impressionante..

Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali? E qual è l'aneddoto più curioso? La partita che sicuramente non dimenticherò mai resterà un derby di 1 ctg tra Schieti e Casinina.Ma non tanto per la partita in se ma perché in quel periodo abitavo a 2 km da Schieti e lavoravo a Casinina per cui conoscevo praticamete tutti dai capitani ai tifosi! Be alla fine la partita è andata bene ma non ti nascondo che quella è stata forse l’unica volta in cui mi sono trovato un po’ in imbarazzo. Bè ogni arbitro ha i suoi aneddoti, io essendo un giocherellone a volte cerco di stemperare le tensioni con delle battute! Una volta ad esempio in una partita di 3 ctg e un giocatore protestando mi ha detto “ma lo vedi che mi ha preso per la mano?” io fischio e tutti pensavano ad un’ammonizione e gli rispondo ”e si vede che ti voleva bene” e ti lascio immaginare l’ilarità generale..

Il Personaggio della Settimana: Riccardo Pintaudi

a cura della redazione
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Riccardo Pintaudi (22 anni - 3 di tessera) è un giovane arbitro della sezione di Pesaro che a gennaio è stato proposto al CRA e la settimana scorsa ha fatto il debutto nel campionato di Prima Categoria. Complimenti e in bocca al lupo per la sua avventura all'interno dell'Associazione.
 
Hai incarichi associativi? Se sì, quali? No non ho incarichi associativi.

Cosa vuol dire per te essere arbitro? Per me essere arbitro significa crescere e diventare uomini forti e pronti ad affrontare ogni situazione nella vita.

Cosa diresti ad un giovane come te per convincerlo a diventare arbitro? Fare l’arbitro è un’esperienza entusiasmante che permette di formare il proprio carattere e la propria personalità e offre la possibilità di svolgere una sana attività sportiva. Inoltre si ha la possibilità di conoscere molti nuovi amici e amiche arbitri con i quali divertirsi e trascorrere il proprio tempo libero.

Descrivi le emozioni che hai vissuto quando hai saputo di essere stato promosso al Cra e quelle del debutto in prima categoria. Ho saputo di essere stato promosso al CRA a fine anno e devo dire che è stata una fantastica emozione nell’aver appreso questa splendida notizia dopo intensi momenti di sacrifici. Durante il mio debutto in 1^ Categoria le emozioni sono state uguali a quelle dell’esordio nei giovanissimi provinciali:” costanza,allenamento,sacrifici e voglia di andare in campo per far vedere che siamo sempre i migliori e che non abbiamo mai paura delle difficoltà,devono essere i punti di forza che ci devono accompagnare sempre.

Come definiresti il tuo modo di arbitrare? A chi ti ispiri e qual è il tuo arbitro preferito? Il mio arbitro preferito è Andrea De Marco al quale cerco di ispirarmi. Sono un arbitro che predilige il gioco,quindi cerco in tutti i modi di evitare di fischiare spesso;anche se in molte partite ciò non è consentito!

Il Personaggio della Settimana: Marco Nuzzi

a cura della redazione
 
Questa settimana abbiamo deciso di intervistare uno dei nostri migliori assistenti a livello regionale. Stiamo parlando di Marco Nuzzi. Ha 27 anni (di cui 13 all'interno dell'AIA) ed attualmente viaggia in tutte le Marche per le migliori partite del campionato di Eccellenza. In bocca al lupo!
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Hai incarichi associativi? Se sì quali? Si, sono il referente atletico per il polo di allenamento di Urbino.

Cosa vuol dire per te essere arbitro e perchè hai scelto di diventare assistente? A me il calcio è sempre piaciuto pur non essendo molto portato a livello pratico, quindi per me essere arbitro significa poter vivere il mondo del calcio in maniera diversa ma bella ed entusiasmante allo stesso modo. Poi essere arbitro vuol dire far parte di una grande famiglia in cui non si smette mai di imparare e di crescere: perchè c'è sempre un collega più esperto dal quale prendere spunto e chiedere consigli. Ho appeso il fischietto al chiodo e deciso di diventare assistente quando, nel gennaio 2008, ho capito che più in là della mia categoria non potevo andare.

Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Io non vedo l'ora che arrivi il mercoledì sera per leggere la designazione e sapere dove andrò ad arbitrare, quindi consiglio di vivere il tutto con entusiasmo e con passione!!! Arbitrare è come la nostra vita: tutti abbiamo alti e bassi, l'importante è non abbattersi mai davanti a problemi o difficoltà e cercare sempre di superarli!!!

Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali o come assistente? E qual è l'aneddoto più curioso? Ricordo tutti gli esordi ma in particolare la mia prima partita: avevo compiuto da poco più di un mese 16 anni era il 02/10/1999 e la partita era Esordienti provinciali Caratese - Oratorio S. Martino, all'epoca eravamo ancora noi a dirigere questa categoria. Mi ricordo che ero teso ed emozionato ma con il passare dei minuti tutto divenne più facile e divertente!!! Invece l'episodio più curioso non avvenne sul terreno di gioco ma appena fuori il centro sportivo di Interello, dove gioca tutt'ora il settore giovanile dell'Inter ed era il 03/03/2002: la partita era Giovanissimi nazionali Inter - Milan e dovevo fare da assistente ad Andrea Gervasoni attuale AE CAN A. Appena fuori dal cancello del centro sportivo, sceso dalla macchina passò un'auto che prese in pieno una pozza d'acqua e mi fece la doccia. Ecco io mi presentai ai dirigenti tutto zuppo e ovviamente non sto a raccontarvi le facce divertite di tutti arbitro compreso!!!

Filippo Merchiori (CAN B) ospite a Pesaro

di Ilaria Cleri, AE OTS - Foto di Thomas Bonci
 
ImageAncora una volta gli associati pesaresi hanno avuto l’onore di assistere ad una riunione tecnica di grande spessore. Lunedì 7 febbraio, infatti, ospite della nostra sezione è stato l’arbitro Filippo Merchiori della sezione di Ferrara, neo promosso in Can B. Dopo essere stato presentato alla platea dal Presidente Massimo Del Prete, il quale ha tracciato un breve excursus sulla carriera del giovane collega, ha lasciato la parola al protagonista della serata. Con grande semplicità ed umiltà, il fischietto estense ha intrattenuto i presenti in una vivace ed appassionante riunione, riportando alcuni frammenti del suo recente trascorso arbitrale, molti dei quali fino a ieri vissuti nei campi di Serie C ed oggi nei campi di Serie B, limitando dunque gli aspetti prettamente tecnici.
Fondamentale, ci ricorda Filippo, è sentirsi sempre una squadra quando si scende in campo, senza separare la figura dell’arbitro da quella dell’assistente, in quanto l’una non può prescindere dall’altra nella riuscita di una buona direzione di gara, perché come si gioisce assieme dopo una bella prestazione, si è dispiaciuti allo stesso modo dopo un errore.
Tra gli aspetti più importanti toccati dal nostro illustre ospite è sicuramente quello che riguarda l’essere arbitro, un concetto molto semplice se lo si fa coincidere con l’essere se stessi, senza mai snaturare la propria persona; lo stesso vale in campo, prosegue Filippo, bisogna avere la capacità di ascoltare i consigli di chi segue il nostro percorso di crescita e di saper “rubare” con l’occhio dai nostri colleghi più bravi, tutto ciò abbinato ad una grande umiltà e dalla voglia di migliorarsi sempre.

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