Il Personaggio della Settimana: Lorenzo Giraldi
a cura della redazione
Questa settimana Il numero della rubrica è dedicato a Lorenzo Giraldi, arbitro 37enne con ben 21 anni di tessera. Lorenzo arbitra il calcio a 5 a livello regionale. Molto importante è anche il contributo che dà alla sezione con la sua attività associativa. Per finire, ama correre e partecipare alle maratone di tutta Italia.
Hai incarichi associativi? Se sì, quali? Sì, sono consigliere sezionale da diversi anni, mi occupo della spedizione dei pacchi dei rimborsi e insieme a Luca Foscoli delle designazioni del settore giovanile.
Che cosa vuol dire per te essere arbitro? E com’è cominciata la tua avventura all’interno dell’Associazione Italiana Arbitri? Io ho iniziato 21 anni fa quando un mio vicino di casa mi ha detto che andava a fare il corso per diventare arbitro e io mai avevo pensato a questo ruolo, come si faceva a diventarlo e così per quasi per gioco ci ho provato. Inizialmente non nascondo che è stato difficile non avendo mai giocato a calcio ma solo guardato partite in tv o allo stadio, ma ora penso che sia stata una vera fortuna quell’incontro, un ruolo che mi ha formato caratterialmente e dove sicuramente ho incontrato tanti amici.
Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Di tenere duro, di superare le difficoltà iniziali, e anche se questo ruolo comporta tanti sacrifici e qualche volta buttare giù qualche boccone amaro per una partita storta, avere la forza di rialzarsi e di continuare in questo importate ruolo in questo bellissimo e seguito sport.
Perché un arbitro, abituato a correre per i campi in erba, dovrebbe provare il Futsal? Io credo che nel Futsal siano più importati le doti caratteriali che magari quelle fisiche e quindi soprattutto per i giovani arbitri che magari peccano un po’ nel rapportarsi con i giocatori e nell’aspetto disciplinare di provare anche questa disciplina. E poi la concentrazione, sicuramente nel Futsal, essendo molto più veloce del calcio, durante la gara ci sono pochissimi momenti in cui puoi riposare la testa.
Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali? E qual è l’aneddoto più curioso? In 21 anni ce ne sono stati tanti, tante gare, ma forse la finale coppa marche di calcio a 5 di 3 anni fa dove nel campo del comitato regionale si sono incontrate forse le 2 squadre regionali più forti degli ultimi tempi, davanti a tantissima gente. E’ stata una bellissima partita finita ai tempi supplementari. L’aneddoto più curioso? Forse la mia ultima gara di promozione dove si incontravano le prime 2 della classe e dove causa un incidente stradale, fino a 10 minuti dall’inizio mi mancava uno dei 2 assistenti. E’ stato sicuramente il pre-gara più difficoltoso.
FIFA: No allo scaldacollo
fonte: www.sportmediaset.it
Totti, Balotelli, Tevez, Buffon, Julio Cesar e tanti altri big del pallone dovranno, il prossimo inverno, cambiare look. Dal prossimo 1° luglio, infatti, sarà vietato giocare con lo scaldacollo. Lo ha deciso l'International Board, l'ente che stabilisce le regole del calcio, secondo il quale l'accessorio utilizzato da molti giocatori per proteggersi dal freddo potrebbe rivelarsi, in particolari situazioni di gioco, pericoloso per l'incolumita'.
Nati in Premier League gli scaldacollo hanno fatto tendenza, allargandosi a macchia d'olio: in inglese si chiamano 'snoods' (termine che un tempo indicava le 'retine' usate per raccogliere i capelli delle donne). Molto amate da tanti campioni, le 'sciarpe' - spesso nere - vengono sfoggiate in maniera massiccia anche se sono state condannate all'estinzione. L'IFAB (International Football Association Board) ne ha proibito l'uso a partire dalla prossima stagione. Il perche' lo ha spiegato un portavoce della Fifa: nel caso in cui un giocatore stesse andando in rete e un avversario lo afferrasse per lo scalda-collo, questo potrebbe provocare anche serie lesioni.
Le fasce anti freddo fanno ormai parte del kit del giocatore moderno e - fuori dal campo - sono fashion e modaiole: una volta, erano i cerchietti per i capelli a spopolare sui campi, poi l'onda anomala dei tatuaggi che restano una fissazione per molti sportivi. In un 'corredo' che si rispetti non possono mancare polsini, guanti, orecchini e altri accessori vezzosi. L'International Board ha richiamato alla sobrieta', cercando di mettere ordine fra i colori delle divise: gli scaldamuscoli che fasciano le cosce dei giocatori devono essere obbligatoriamente in tinta con il pantaloncino. La mania dell'inutile ha disgustato Sir Alex Ferguson il quale detesta le fasce perche' intaccano la virilita' dei suoi atleti: ''Siamo uomini veri, non femminucce''. Opposto il parere di Arsene Wenger che ha colto l'aspetto preventivo delle fasce, riparando i giocatori dai malanni
Le fasce si sono diffuse rapidamente e piacciono soprattutto ai piu' giovani. Un nostalgico Roy Keane chiede al calcio di essere piu' semplice. Una volta bastavano una maglietta e un paio di pantaloncini, a volte anche di 'seconda mano', ereditate da un giocatore che andava via. Pochi fronzoli in campo: ''Guanti, sciarpe, cappelli, scalda-collo non c'erano ai miei tempi. Sono un vezzo moderno che ha reso il calcio piu' 'soffice', lo ha rammollito. Non so nemmeno come facciano i giocatori a concentrarsi con tutta quella roba addosso''.