IN ONDA IN ITALIA “LES ARBITRES”, ROSETTI TRA I PROTAGONISTI

fonte: www.aia-figc.it

Domenica 15 novembre è andato in onda per la prima volta il film-documentario "Les Arbitres" che racconta la vita di 8 direttori di gara tra cui l'internazionale Roberto Rosetti. Il film narra dell'esperienza vissuta dagli arbitri durante l'ultimo Europeo del 2008 svoltosi in Austria e Svizzera. Sara' possibile conoscere, grazie all'utilizzo di particolari inquadrature e della possibilità di ascoltare l'audio originale dei colloqui tra arbitro ed assistenti tramite gli auricolari, il punto di vista dell'arbitro durante lo svolgimento di un match. Sul canale Mediaset Premiun Calcio, con inizio previsto per le ore 21:00, il film, che avra' il titolo, in Italia, di "Kill the referee", darà anche il modo di apprezzare la vera prospettiva del direttore di gara. Il girato che entra nel cuore dell’azione, racconta anche il back stage delle gare e la preparazione della stessa.

Claudio Caprini, componente CAI, in visita presso la sezione

Imagedi Ilaria Cleri, AE OTS - Foto di Thomas Bonci

Ancora una volta la sezione pesarese è stata protagonista di un importante incontro con un personaggio di livello nazionale; ospite d’onore della serata è stato il componente CAI Claudio Caprini, che in passato ha militato come assistente anche nella massima serie. Giunto appositamente da Perugia per onorare l’invito del presidente Massimo Del Prete, si è dimostrato un ottimo relatore intrattenendo gli associati pesaresi , accorsi numerosi per l’occasione, sull’importante concetto di cosa sia realmente l’Associazione Italiana Arbitri, definendola come “la più grande scuola d’Italia”, e ponendo in particolare l’accento sul difficile ruolo che ogni sezione ricopre nel processo di maturazione e di crescita di ogni giovane, paragonando le tappe di ogni arbitro a un iter che inizia dalla sezione come luogo di formazione e di condivisione di esperienze e che solo in pochi casi giunge alla conclusione.  Pertanto, l’arbitraggio rappresenta un inizio e mai una fine, ha proseguito Caprini, perché sarebbe sbagliato sentirsi arrivati in quanto, ognuno di noi, finita la carriera sui campi, può continuare a dare un prezioso contributo all’Associazione non dimenticando mai che ogni esperienza contribuisce ad arricchire la persona come arbitro e, su tutto, come uomo. Infine, ha concluso la riunione con un bellissimo pensiero sull’essere arbitro, guardando quest’ultimo da una prospettiva diversa, non solo dal lato prettamente tecnico, ma in particolare da quello umano, ricordando a tutti che l’arbitro è soprattutto il volontario per accezione ed eccezione che con passione ed abnegazione si mette al servizio del gioco del calcio per una crescita comune.

La mia partita più bella

di Ilaria Cleri, arbitro effettivo OTSImage

Un ritorno al passato è sempre speciale soprattutto quando ti volti indietro a guardare quante difficoltà hai dovuto superare prima di tornare a sognare e allora, forse, il ricordo dell’anno e mezzo passato dall’ultima partita arbitrata sembra meno lontano e anche un po’ meno sfuocato. Finalmente sono tornata a calcare un campo di calcio, a sentire il profumo dell’erba appena tagliata, a indossare quella giacchetta nera che, in campo, distingue il valore di un arbitro da chiunque altro, a sentire tanta gente che mormora dalle tribune, a insegnare a dei ragazzini dei Giovanissimi le regole del gioco del calcio… ma soprattutto sono tornata a correre proseguendo il mio cammino di arbitro. Tuttavia, la mia partita più bella l’ho “giocata” il 16 maggio scorso, all’ospedale Hesperia di Modena e, quasi come se fosse una designazione, quella mattina arrivai con un’ora di anticipo per prepararmi al ricovero e ricordo che la trepida attesa prima di scendere in sala operatoria si fece sentire anche lì. Per fortuna l’intervento al ginocchio durato, non 90 minuti, ma ben due ore e mezzo, andò benissimo, oltre ogni aspettativa… e, dopo sette lunghissimi anni, ho finalmente risolto il mio problema!! Oggi sono una persona che crede che i sogni sono fatti per essere inseguiti e acchiappati con una mano, come lucciole in un campo di grano, perché niente può esserti impedito se dentro hai tanta voglia di fare, di stupire e tanto spirito di abnegazione, quindi ragazzi correte, correte più forte che potete, lasciate che una dolce brezza vi accarezzi il viso, lasciatevi trascinare dalla gioia di una corsa e, anche se sarete stanchi e affannati, non fermatevi alla prima salita che vi si pone davanti e che vi impedisce di guardare lontano, perché laggiù, in quella discesa, c’è un campo che ci aspetta per iniziare una nuova avventura!

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