Il mister antiviolenza invocato dai ragazzini
fonte: Corriere della Sera
PIACENZA - Con tre ragazzini già espulsi, e un quarto che si stava dirigendo con fare minaccioso verso l' arbitro, mister Spotti ha detto stop. Ha sospeso la partita, lui l' allenatore, ritirando la squadra. «Tutti a casa, adesso basta» ha gridato tra lo stupore di avversari e pubblico. «L' ho fatto per tutelare il direttore di gara: alcuni dei miei giocatori avevano perso la testa, volevano farsi giustizia da soli, quello non era più calcio, volevo dare un segnale forte...» ha poi spiegato mister Lorenzo Spotti, 35 anni, ex giocatore, ora assicuratore, sapendo che non tutti avrebbero capito. E infatti ha perso il posto, licenziato su due piedi (si fa per dire, visto che non prende una lira) dal presidente della società Pro Piacenza, Giuseppe Avella, che non ha affatto condiviso il suo sforzo educativo: «Il compito dell' allenatore è vincere le partite, non sospenderle!». Irremovibile, il patron, anche di fronte al «mea culpa» collettivo dei giocatori-ragazzini (categoria Allievi, tra i 16 e i 17 anni), che, rinsaviti dalla sbornia di bile della partita, hanno inviato una lettera al quotidiano La Libertà di Piacenza, cospargendosi il capo di cenere e supplicando Avella di riprendersi il mister: «Se c' era da esonerare qualcuno, quelli eravamo noi - scrivono -: abbiamo avuto una condotta sconsiderata, violenta e impulsiva. L' allenatore voleva soltanto proteggerci, evitando che la situazione degenerasse. Abbiamo sbagliato, ma non siamo criminali». Certo che no, però l' hanno fatta grossa. Perfino in Consiglio comunale è arrivata l' eco della partita della rissa. E qualche esponente di maggioranza, scandalizzato dal comportamento in campo dei ragazzi e solidale con la decisione di mister Spotti di ritirare la squadra, si è chiesto se non è giunto il momento di chiedere alla Federazione calcio «la sospensione dei tornei giovanili dal biberon in su». Un' esagerazione, forse. Ma comunque la cifra di un allarme crescente per la violenza che avvelena anche i più periferici campetti di calcio.
È di qualche giorno fa il caso di Varese, dove i ragazzini di una società hanno invitato i propri genitori, con tanto di cartello, a «evitare i commenti e gli atteggiamenti esagerati: lasciateci sognare, urlare non serve a nulla, non è colpa nostra se qualcuno di voi non è diventato calciatore...». E sempre a Piacenza, giorni fa, è stata sospesa (stavolta dall' arbitro) un' altra partita di Allievi: Valnure-Caorso, sempre per rissa. Sarà il tempo a dire se mister Spotti riavrà o meno la sua panchina. Patron Avella, anche dopo la lettera pentimento dei ragazzi, pare non sentirci: «La situazione non mi è parsa così esplosiva, non c' era poi tutto questo allarme».
Sarà. Ma il giudice sportivo, dispensando squalifiche da 3 giornate a 3 mesi (sì, fino al 21 febbraio 2010) ad alcuni giocatori del Pro Piacenza, così sintetizza il comportamento dei ragazzini nei confronti dell' arbitro: «Frasi gravemente offensive e minacciose, spintoni, un calcio a una gamba e un tentativo di aggressione impedito da alcuni presenti». Già in calendario a Piacenza l' immancabile dibattito sulla violenza giovanile. Mentre la Lega di Bossi, dalle colonne della Padania, teorizza vivai all' italiana, senza stranieri. I ragazzi del Pro Piacenza ieri si sono allenati in silenzio. Senza mister Spotti.