Festa Sezionale 2011

a cura della redazione
 
ImageCi siamo. Anche un’altra stagione sportiva svolge al termine e la sezione di Pesaro si prepara alla consueta Festa di fine stagione. Questo appuntamento, ormai diventato una tradizione, è fissato per venerdì 10 giugno alle ore 20.00 presso la Villa “I Tramonti” di Saludecio. Saranno presenti alla cena numerosi ospiti, tra cui arbitri e assistenti di rilievo nazionale (della Serie A e non solo), nonché rappresentanti delle varie istituzioni federali provinciali e regionali. Durante la cerimonia, non mancherà la premiazione degli arbitri che si sono particolarmente distinti durante la stagione sportiva. Ricordiamo, in particolare, due sentiti premi: il Premio “P. Mattiello” all’associato particolarmente distintosi nel settore giovanile e O.T.S. e il Primo Premio Regionale “Eros De Notariis” in ricordo del nostro caro associato recentemente scomparso. E’ gradita, naturalmente, la presenza di amici e parenti. Chi non avesse ancora dato l’adesione, lo faccia al più presto. Anche quest’anno, la Festa Sezionale è un evento da non perdere!!
 
Nella foto: la villa "I Tramonti" di Saludecio, luogo della Festa Sezionale 2011

Il Personaggio della Settimana: Stefano Tassi

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a cura della redazione

Questa settimana abbiamo deciso di intervistare Stefano Tassi, arbitro 37enne da 12 anni all'interno dell'Associazione Italiana Arbitri. Stefano arbitra le gare del Futsal per il Cra Marche. In bocca al lupo!!

Com’è cominciata la tua avventura all’interno della Associazione Italiana Arbitri? La mia avventura arbitrale è cominciata quasi per scherzo all’età di 25 anni. Prima di intraprendere questa strada giocavo a calcio nella squadra del mio paese, ma, a causa di un grave infortunio, a 22 anni la mia carriera di calciatore si è interrotta per circa 2 anni. Ho ripreso l’attività agonistica a 24 anni, ma con gli impegni di lavoro non riuscivo ad allenarmi costantemente e di conseguenza giocavo, giustamente, poco.Decisi così che era meglio smettere e comunicai questa decisione alla mia società. L’allora presidente del Serra, dato che mi piaceva così tanto il calcio, mi disse che avrei potuto provare a fare l’arbitro.Gli risposi che probabilmente a quasi 25 anni era ormai troppo tardi.Egli mi mostrò un volantino dell’A.I.A. nel quale si diceva che era possibile fare l’arbitro fino a 30 anni, presi quel volantino e telefonai alla sezione di Pesaro che mi fece fare il corso ad Urbino.Così è cominciata la mia straordinaria avventura nel mondo arbitrale.

Che cosa vuol dire per te essere arbitro? Essere arbitro, per me, vuol dire avere una coscienza calcistica. Con questo intendo dire che, nel calcio moderno, tra le persone che vi ruotano attorno, dai giocatori agli allenatori, dai presidenti ai dirigenti, dai giornali alle tv, fino ai i tifosi, non c’è la perfetta conoscenza delle regole del gioco del calcio. In Italia ci riteniamo tutti conoscitori ed esperti di pallone, pronti a criticare tutti e tutto, senza avere la minima idea di ciò che dice il regolamento. Credo che una vera cultura sportiva in Italia si potrà avere solo quando, tutti colori che si credono “pallonari”, avranno almeno una volta letto il regolamento del calcio. Questa mia considerazione viene, sia dalla mia esperienza personale, sia da quello che vedo e sento intorno a me su questo sport. Prima di intraprendere l’esperienza arbitrale, ero uno di quelli che sosteneva di conoscere il calcio e solo dopo mi sono reso conto di quanto, in realtà, avevo ancora da imparare su questo tema.

Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Detto ciò il mio consiglio ai giovani arbitri è quello di non arrendersi alle prime difficoltà che, purtroppo, incontreranno sul loro cammino a causa di qualche dirigente, allenatore, calciatore o tifoso che nella loro foga agonistica lo criticheranno o insulteranno. Anche se farai l’arbitro per una sola stagione o per tutta la vita, comunque sarai un uomo migliore dato che è un’esperienza che ti forma, ti fa crescere e ti da quella cultura sportiva che a molti ancora manca. Molti di noi vedono il Futsal come un ripiego e non come un’opportunità. Cinque anni fa avevo deciso di smettere di arbitrare a causa dei miei impegni di lavoro e del fatto che il calcio a 11 si gioca solo il sabato e la domenica, ed in quasi tutti i week-end  facevo “doppietta” trascurando la mia famiglia. Luca Foscoli mi consigliò allora di provare il Futsal, dato che la maggior parte degli incontri si svolgeva il venerdì sera. Decisi di provare e me ne sono innamorato subito. Il Futsal necessita di un modo diverso di arbitrare. Devi essere sempre concentrato per tutta la durata della gara, non puoi mai rilassarti a causa della rapidità del gioco. Per chi ha ambizioni di carriera nazionale è più facile essere proposto, dato che le squadre di Futsal si stanno moltiplicando in modo crescente e purtroppo gli organici della A.I.A. non fanno lo stesso. Inoltre ti lascia più tempo libero per te, per i tuoi interessi e per la tua famiglia.

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