Il Personaggio della Settimana: Stefano Tassi

Image

a cura della redazione

Questa settimana abbiamo deciso di intervistare Stefano Tassi, arbitro 37enne da 12 anni all'interno dell'Associazione Italiana Arbitri. Stefano arbitra le gare del Futsal per il Cra Marche. In bocca al lupo!!

Com’è cominciata la tua avventura all’interno della Associazione Italiana Arbitri? La mia avventura arbitrale è cominciata quasi per scherzo all’età di 25 anni. Prima di intraprendere questa strada giocavo a calcio nella squadra del mio paese, ma, a causa di un grave infortunio, a 22 anni la mia carriera di calciatore si è interrotta per circa 2 anni. Ho ripreso l’attività agonistica a 24 anni, ma con gli impegni di lavoro non riuscivo ad allenarmi costantemente e di conseguenza giocavo, giustamente, poco.Decisi così che era meglio smettere e comunicai questa decisione alla mia società. L’allora presidente del Serra, dato che mi piaceva così tanto il calcio, mi disse che avrei potuto provare a fare l’arbitro.Gli risposi che probabilmente a quasi 25 anni era ormai troppo tardi.Egli mi mostrò un volantino dell’A.I.A. nel quale si diceva che era possibile fare l’arbitro fino a 30 anni, presi quel volantino e telefonai alla sezione di Pesaro che mi fece fare il corso ad Urbino.Così è cominciata la mia straordinaria avventura nel mondo arbitrale.

Che cosa vuol dire per te essere arbitro? Essere arbitro, per me, vuol dire avere una coscienza calcistica. Con questo intendo dire che, nel calcio moderno, tra le persone che vi ruotano attorno, dai giocatori agli allenatori, dai presidenti ai dirigenti, dai giornali alle tv, fino ai i tifosi, non c’è la perfetta conoscenza delle regole del gioco del calcio. In Italia ci riteniamo tutti conoscitori ed esperti di pallone, pronti a criticare tutti e tutto, senza avere la minima idea di ciò che dice il regolamento. Credo che una vera cultura sportiva in Italia si potrà avere solo quando, tutti colori che si credono “pallonari”, avranno almeno una volta letto il regolamento del calcio. Questa mia considerazione viene, sia dalla mia esperienza personale, sia da quello che vedo e sento intorno a me su questo sport. Prima di intraprendere l’esperienza arbitrale, ero uno di quelli che sosteneva di conoscere il calcio e solo dopo mi sono reso conto di quanto, in realtà, avevo ancora da imparare su questo tema.

Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Detto ciò il mio consiglio ai giovani arbitri è quello di non arrendersi alle prime difficoltà che, purtroppo, incontreranno sul loro cammino a causa di qualche dirigente, allenatore, calciatore o tifoso che nella loro foga agonistica lo criticheranno o insulteranno. Anche se farai l’arbitro per una sola stagione o per tutta la vita, comunque sarai un uomo migliore dato che è un’esperienza che ti forma, ti fa crescere e ti da quella cultura sportiva che a molti ancora manca. Molti di noi vedono il Futsal come un ripiego e non come un’opportunità. Cinque anni fa avevo deciso di smettere di arbitrare a causa dei miei impegni di lavoro e del fatto che il calcio a 11 si gioca solo il sabato e la domenica, ed in quasi tutti i week-end  facevo “doppietta” trascurando la mia famiglia. Luca Foscoli mi consigliò allora di provare il Futsal, dato che la maggior parte degli incontri si svolgeva il venerdì sera. Decisi di provare e me ne sono innamorato subito. Il Futsal necessita di un modo diverso di arbitrare. Devi essere sempre concentrato per tutta la durata della gara, non puoi mai rilassarti a causa della rapidità del gioco. Per chi ha ambizioni di carriera nazionale è più facile essere proposto, dato che le squadre di Futsal si stanno moltiplicando in modo crescente e purtroppo gli organici della A.I.A. non fanno lo stesso. Inoltre ti lascia più tempo libero per te, per i tuoi interessi e per la tua famiglia.
 
Qual è secondo te la caratterista principale di un arbitro per operare nel Futsal? Secondo me per arbitrare il Futsal non occorrono caratteristiche particolari o peculiari. L’importante è avere la voglia, la curiosità e l’impegno di mettersi in gioco per provare qualcosa di diverso nel mondo arbitrale.

Come definiresti il tuo modo di arbitrare? Definirei il mio modo di arbitrare “abbastanza autoritario”, nel senso che sul terreno di gioco cerco difarmi rispettare, parlando molto,  se pur in modo formale, con i giocatori e con i dirigenti, cercando di non esasperare gli animi con dei provvedimenti disciplinari immediati, facendo sempre rispettare il regolamento.  Fino ad oggi questo mio atteggiamento ha dato buoni frutti dato che non ho mai avuto problemi in nessuno dei campi nei quali ho avuto il piacere di arbitrare.

Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali? E qual è l’aneddoto più curioso?
I ricordi dei miei trascorsi arbitrali sono tutti molto positivi, ma quello che è stato più soddisfacente non è legato ad una gara ma bensì alclassico raduno pre-campionato che si fa tutti gli anni, il quale sono riuscito ad organizzare al mio paese. Riuscire a portare 90/100 arbitri nelle mie zone, farli allenare e fargli vedere le bellezze del posto è stata una delle più belle soddisfazioni che mi sono tolto. Credo che molti miei colleghi si ricordino ancora la scarpinata che gli ho fatto fare per raggiungere la “Croce” del Monte Catria per potersi godere un panorama unico e, dopo la faticata, la mega “magnata” al ristorante “IL MANDRALE”.
L’aneddoto più curioso che mi è capitato durante questa mia carriera arbitrale, è successo in un gara di Futsal a Fossombre in serie D. Come molti miei colleghi sanno il campo dove si gioca è all’aperto, vicino al ristorante “AL LAGO” , ed è circondato da una specie di parco nel quale vivono decine di conigli selvatici. Tra il primo ed il secondo tempo uno di questi conigli è entrato sul terreno di gioco. Le 2 squadre ed il sottoscritto hanno cercato, per circa 10 minuti, di afferrare il coniglio. Non vi dico quello che è successo!!! Quindici persone che corrono dietro ad un batuffolo bianco che sgattaiola a destra e sinistra, se qualcuno avesse avuto l’idea di riprenderci e mandare il filmato a “Paperissima” ci sarebbe stato da torcersi dalle risate. Giocatori che si lanciavano sul coniglio per prenderlo e questo che riusciva in un modo o nell’altro a divincolarsi della presa. Sembrava fatto di sapone. Morale della favola, il coniglio scappava per conto suo dal recinto di gioco trovando un buco sulla rete di recinzione e così siamo riusciti a riprendere la gara. Altrimenti, credo che saremmo  ancora lì a cercare di prenderlo!!!!!

Quali sono i tuoi obiettivi e cosa ti auspichi per il futuro? Dopo 12 anni di tessera i miei obbiettivi sono di continuare a questo livello che reputo, forse anche con un po’ di presunzione, essere soddisfacente e di togliermi ancora qualche bella soddisfazione in gare di Futsal sia a livello regionale che provinciale, continuando a divertimi e a dare il meglio di me stesso. Il giorno che mi renderò conto che non mi divertirò più vorrà dire che sarà giunta l’ora di smettere e di iniziare una nuova esperienza, magari sempre nell’A.I.A., ad esempio come osservatore.

Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti, per ottimizzare la tua navigazione. Se vuoi saperne di più o negare il tuo consenso, leggi l'informativa estesa sui cookie. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento, acconsenti al loro utilizzo.