1 minuto di raccoglimento in ricordo del pilota Marco Simoncelli
Sono coinvolte tutte le gare ufficiali sul territorio nazionale, sotto l’egida della FIGC, che si svolgeranno da oggi fino a lunedi 24 ottobre.
Sono coinvolte tutte le gare ufficiali sul territorio nazionale, sotto l’egida della FIGC, che si svolgeranno da oggi fino a lunedi 24 ottobre.
a cura della redazione
Giorgio Bruni è un giovane arbitro (20 anni) che si è trasferito nella provincia di Pesaro e Urbino per motivi di studio e fa parte della nostra sezione. Attualmente arbitra nel campionato di Seconda Categoria. In bocca al lupo per le gare future!!
Com'è cominciata la tua avventura all'interno dell'Associazione Italiana Arbitri e come ti trovi attualmente? La mia avventura nell’AIA è iniziata nel 2009, quando vidi sulla bacheca del mio liceo un manifesto che diceva così: “Vieni a fare l’arbitro… Fischia l’inizio!!!”. Così decisi di iniziare questa nuova avventura. Il debutto risale al marzo dello stesso anno, nella partita di Giovanissimi Provinciali, Virtus Isola Liri-Pescosolido, quando appartenevo alla sezione di Frosinone, che terminò con il risultato di 0-0. Attualmente mi trovo benissimo nella nuova sezione di Pesaro, dove ho conosciuto ragazzi e ragazze con cui abbiamo formato una vera squadra, in particolare dopo l’esperienza del raduno. Una sezione che punta molto sui giovani ed organizza riunioni tecniche coinvolgenti e con ospiti esperti che danno spunti interessanti e consigli importanti per imparare e crescere sul campo.
Cosa vuol dire per te essere arbitro? Essere arbitro, vuol dire essere atleta a 360°, vuol dire praticare uno sport che ha la particolarità di abbinare le capacità fisiche e atletiche a quelle mentali, che portano a prendere decisioni importanti e a volte coraggiose. Essere arbitro mi riempie di responsabilità, e mi pone davanti mille sfaccettature, che devo essere pronto ad affrontare in pochi attimi. E’ una vera e propria ”palestra di vita”: insegna che non bisogna arrendersi al primo errore o alla prima indecisione, perché c’è tutto il tempo per rimediare e per dimostrare il proprio valore. Prepararsi alla partita cercando di esprimere al massimo le proprie potenzialità, consapevole che quando sono sul terreno di gioco, il mio primo pensiero è quello di divertirmi e se possibile, di far divertire, visto che prediligo l’arbitraggio all’inglese, lasciando giocare i calciatori quando posso evitare di spezzettare il gioco, perché loro sono i protagonisti.
Raccontaci le tue emozioni del debutto in Seconda Categoria. Il mio debutto in Seconda Categoria alla prima giornata della stagione in corso, è stata cosa gradita quanto inaspettata, visto che avevo concluso la scorsa stagione in Terza Categoria,pensavo di ripartire da lì, invece grazie alle buone impressioni fatte al raduno sezionale, sia sotto il profilo atletico che tecnico, sono stato “promosso” alla categoria superiore. La cornice del debutto è stata quella del “Supplementare” di Fermignano, per l’incontro Vis Fermignano-Peglio: nel pre-partita l’emozione era tanta e le gambe durante il riscaldamento mi tremavano un po’, ma subito dopo il fischio d’inizio la tensione si è sciolta e la partita è andata in tutta tranquillità.
Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali? E qual è l'aneddoto più curioso? L’evento che ricordo più volentieri dei miei trascorsi arbitrali, risale al mio debutto nei Giovanissimi Regionali: era il giorno successivo all’Epifania ed il campo era tutto allagato, perché a quanto diceva la dirigenza, qualcuno aveva fatto un dispetto aprendo gli irrigatori durante la notte: ciononostante, visto che ero partito al mattino presto da casa ed avevo una gran voglia di arbitrare la mia prima partita “regionale” decisi che si doveva giocare lo stesso anche se forse il terreno di gioco era un po’ bagnato.