Arbitro per “vocazione”
di Mattia Biagini
Non ho mai capito il vero perché di questa scelta, ho tentato spesso di darmi una risposta ma trovarla è stato molto complicato. Ho capito però che la “vocazione” da arbitro è una cosa che ti senti dentro, qualcosa di davvero speciale. Il tutto è iniziato circa 2 anni e mezzo fa quando, il presidente Massimo Del Prete, è venuto a farci visita nella società dove giocavo ed ha iniziato a spiegar, in modo dettagliato, la Regola 11 quella sul fuorigioco. Da quell’incontro è nato tutto. Mi sono informato e sono venuto a conoscenza del corso arbitri che si svolgeva nella sede Aia. Però, dopo molte titubanze, ho voluto continuare almeno un altro anno poiché era in arrivo un nuovo allenatore molto esperto del settore giovanile e che ci ha portato successivamente a un buon piazzamento in classifica. Dopo l’ennesima visita di Massimo, mi sono deciso. Lascio definitivamente il S.Veneranda e mi iscrivo al nuovo corso. Da lì in avanti tutti i miei compagni, amici, gente con cui ho giocato a calcio negli anni scorsi, continuano tuttora a dirmi che sono matto e che ci vuole una grande maturità caratteriale tale che ti consenta di governare nel migliore dei modi le altre 30 o alle volte 40 persone che, in quel momento, si trovano sul terreno di gioco. Io sono un giovane arbitro di 16 anni alle prime armi ( ho iniziato la mia carriera il 04/11/2007)e già mi trovo, dopo neanche 3 mesi, a calcare campi dell’Under 18 trovando alle volte gente molto più grande di me. E’ veramente una grande responsabilità. Francamente, quando ancora facevo il corso, non me lo sarei mai aspettato che in così poco tempo riuscissi ad ottenere una gara di tale spessore come l’Under 18. Al momento la gara più bella che ho arbitrato è stata S.Costanzo - Eurocesanense ( Juniores Provinciali).