Sensazioni di un debutto... in seconda categoria

di Carlo Alberto Cesaroni, AE OTS

ImageDalla regia mi dicono di scrivere un articolo sul debutto in seconda categoria. Come tutti i debutti non sai mai quello che ti aspetta quando vai ad arbitrare. Si fa presto a dire che il calcio è sempre uguale e che le regole sono sempre quelle ma quando sei lì in mezzo a dover dirigere la gara, le cose si complicano leggermente. Poi nell’affrontare il big match “Villa San Martino - Santa Veneranda”, ero reduce da un raduno in cui mi sono divertito tantissimo (chiedere a Nardella e De Luca per maggiori informazioni) e quindi sono arrivato alla partita quasi più rilassato, ma allo stesso tempo molto stanco, se non altro per le interminabili curve che separavano la sezione da Poppi, luogo in cui ha preso vita il raduno stesso.  La partita non era facile ma ne ero al corrente ancora prima di cominciarla, un bel “derbaccio pesarese” come lo definì il buon Cecconi. E infatti fu proprio così. Persone che nel campo si conoscevano ma che l’agonismo rendeva estranee le une alle altre, come si entrasse in un mondo a parte in quei 90 minuti. Partita abbastanza dura, con un particolare episodio che avrei potuto gestire meglio e che ancora adesso non mi sono perdonato, per la mia voglia di dare sempre il massimo e offrire ai giocatori il miglior arbitraggio possibile. Una volta mi dissero: “In campo siete soli contro 22 serpenti”… al posto del flauto magico per ammaestrarli, noi abbiamo fischietto e cartellini.

Intervista all'arbitro della finale di Champions League 2009: Massimo Busacca

a cura di Umberto Carriera - tratto da http://www.arbitri.com
ImageBusacca è tra i migliori arbitri del mondo, in Europa è considerato il numero uno: ha diretto la finale di Champions League a Roma tra Barcellona e Manchester United. «Vengo a spesso in Italia a Como - ha esordito Busacca - amo molto il lago, mi rilassa molto. E poi ci sono ristoranti di ottimo livello. Purtroppo devo stare attento alla linea, per fortuna amo il pesce...». Busacca prima di fare l’arbitro ha giocato a calcio. «Andavo spesso allo stadio  Sinigaglia per vedere il Como. Mi ricordo una bellissima partita con l’Inter, avrò avuto 18 anni, ero in curva, vicino alla Fossa Lariana. Un tifo incredibile...». Busacca sarebbe probabilmente diventato un tifoso del Como se un amico non gli avesse fatto una curiosa proposta: «Vieni con me al corso per arbitri?».

Sinceramente non avevo mai pensato di diventare arbitro - racconta -, ma visto che con i piedi non ero un fenomeno, ho detto... proviamo con il fischietto». Anche perché, ci ha spiegato Busacca, in Svizzera ogni società di calcio è obbligata a segnalare alla federazione i possibili nuovi arbitri in relazione al numero delle squadre che intende iscrivere ai campionati. Se una società non segnala nessuno rischia di vedere respinta l’iscrizione. «La mia prima partita? Nella categoria allievi, impossibile dimenticarla. Mi trovai subito a mio agio, ero deciso e nello stesso tempo rispettato. Al termine della partita mi fecero i complimenti. Fu la prima di tante partite, ma sinceramente allora non pensavo o sognavo di diventare un arbitro internazionale...».


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