Giovedì 5 marzo, presso i locali della sezione di Pesaro, si è svolta la riunione con il Settore Tecnico: su invito del Presidente Luca Foscoli ed alla presenza di una platea gremita, i relatori Carlo Ridolfi della sezione di Ancona e Gianluca Mastri di Jesi hanno tenuto una riunione incentrata sull'analisi di numerosi filmati che hanno fatto da spunto per esaminare i diversi aspetti della gestione di una gara. I filmati mostrati racchiudevano diverse situazioni quali la chiara occasione da rete, i falli di mano, la mass confrontation e i gravi falli di gioco. Particolarmente interessante ed efficace é stata l'impostazione dei lavori durante i quali sono stati visionati in parallelo episodi inerenti sia gare di calcio a 11 sia di calcio a 5: mettendo inizialmente in risalto tanto le differenze quanto le analogie tra queste due "attivita arbitrali", ad esempio in termini di velocità del gioco e di decisioni tecniche, i due ospiti hanno saputo estrapolare sapientemente una serie di indicazioni di estrema importanza per l'ottimizzazione dell'operato di un arbitro a prescindere dal tipo di categoria o tipologia calcistica nella quale sia chiamato ad operare. In tal senso è stato evidenziato come nel calcio a 5 il terreno di gioco più ristretto favorisca il contatto tra i calciatori e quindi l'agonismo, e ciò richiede all'arbitro tempi di reazione molto più rapidi, a differenza del calcio a 11 dove, invece, la maggiore ampiezza del campo ed il gioco più lento riducono il contatto con i calciatori lasciando un attimo di tempo e di serenità in più per decidere.
In linea generale è stato sottolineato quanto sia importante che l'arbitro sappia farsi trovare presente soprattutto nelle situazioni chiave della gara e sia in grado di assumere con tempestività il congruo provvedimento tecnico-disciplinare, guadagnando la maggior credibilità possibile; al tempo stesso è stato posto l'accento sulle problematiche che risiedono nella capacità di gestione della tensione e dello stress emotivo. Infatti, come spiega in modo particolarmente esauriente Ridolfi, si possono verificare situazioni nelle quali l'arbitro, dopo aver assunto una decisione tecnica, venga pressato da uno o più calciatori, in una specie di mobbing, in modo da distrarlo con le proteste ed indurlo all'errore. Per evitare di incorrere in questa tipologia di situazioni l'arbitro deve fare ricorso a tutti i mezzi in proprio possesso, a cominciare da un'efficace opera di prevenzione che gli consenta di prevedere l'evento successivo già dal momento del fischio, fino ad approdare ad alcune piccole "astuzie": mai rimanere fermi sul punto di battuta di un calcio di punizione per evitare che i calciatori alimentino proteste e spostino la concentrazione dell'arbitro su un pensiero laterale di eventi successi in precedenza; sta alla bravura dell'arbitro capire quando invece la sua presenza si renda indispensabile per stemperare gli animi e prevenire situazioni di mass confrontation.
È stata una riunione di altissima qualità, davvero impreziosita da due ospiti come Carlo e Gianluca che da ottimi relatori e forti del grande bagaglio di esperienza acquisito sui campi di gioco, hanno saputo interagire e rendere partecipi i presenti con grande professionalità.
Un ringraziamento particolare va a loro, rappresentanti di un Settore Tecnico che mai come in questi ultimi anni si sta dedicando con grande sforzo e dedizione alla crescita professionale di ognuno di noi, facendoci sentire elementi importanti di un gruppo molto unito.