A lezione con Carlo Ridolfi del Settore Tecnico
di Ilaria Cleri, AE OTR
È stata una riunione tecnica di grande spessore quella che si è tenuta giovedì 7 novembre alla presenza di un arbitro marchigiano d'eccezione: Carlo Ridolfi, per il secondo anno consecutivo componente del Settore Tecnico per l'Area Formazione nel modulo Perfezionamento Tecnico e in passato Presidente di Sezione ad Ancona. Invitato dal nostro Presidente di Sezione Luca Foscoli, Carlo ha tenuto una lectio magistralis incentrata sugli aspetti tecnici della gara di fronte ad una sala gremita per l'occasione. Brillante nel dialogo, con grande personalità e ottime doti di relatore,
Carlo ha intrattenuto gli associati pesaresi con una pregevole lezione frontale sul tema della condotta gravemente sleale interagendo con i presenti sulle varie situazioni di gioco mostrate grazie al prezioso supporto di filamati messi a disposizione dal Settore Tecnico. In primis sono stati evidenziati gli elementi imprescindibili che servono a discriminare una condotta gravemente sleale (espulsione) da un fallo di gioco con azione pericolosa (ammonizione), quali la direzione del giocatore, la velocità con cui avviene l'episodio, il possesso del pallone (o possibilità di entrare in possesso dello stesso), presenza di avversari. Pertanto è fondamentale saper distinguere una giocata intenzionale caratterizzata dal movimento volontario del corpo verso il pallone, da un rimbalzo (rebound) con giocatore che si muove istintivamente; ciò non si applica alla barriera nei calci di punizione dove il tocco (deflected) non viene mai giudicato come giocata. Per fare ciò ė necessaria un'ottima preparazione tecnico-atletico-tattica dell'arbitro affinché lo stesso si trovi sempre nelle condizioni migliori per giudicare l'episodio, in una sorta di 'pro-attività' in cui l'arbitro fa sentire ai calciatori la sua costante presenza, risultando pertanto credibile e accettato nelle sue decisioni.
Nel momento in cui l'arbitro si trova di fronte ad una condotta gravemente sleale è necessaria la massima determinazione e convinzione, affinché emerga la massima congruenza tra modus operandi e modus agendi, ciò per evitare che il body language tradisca la minima indecisione; questo si tradurrebbe in una perdita di controllo da parte dell'arbitro con movimenti del corpo ondulati, gesti con la mano per tenere a distanza i calciatori (sensazione di claustrofobia) e indietreggiare di fronte alla protesta (sequestro emozionale), ecco allora che è fondamentale non perdere mai di vista la propria figura per non lasciarsi trasportare dagli eventi, ma saper prendere in mano la situazione con decisione e caparbietà. Infine, Carlo ha rimarcato l'importanza del ruolo dell'osservatore nella crescita del singolo arbitro/assistente, inquadrandolo sotto un'ottica prettamente didattica e costruttiva in chiave di insegnante, ribadendo che la capacità del bravo osservatore sta nel saper giudicare la prestazione nel suo complesso, al di là del singolo episodio, anche in relazione alla categoria di appartenenza. È stata una lezione che ha contribuito ad arricchire il bagaglio tecnico di ogni associato, in cui ognuno ha saputo cogliere diversi spunti per la propria crescita personale.