Trasferte di ieri e trasferte di oggi

 L’addetto alla cooperativa gli disse che una soluzione ci poteva essere ma che doveva pazientare l'arrivo di un camioncino di Falconara di un grossista di frutta e verdura che aveva consegnato nel pomeriggio la merce ad Urbino e che appena scarico sarebbe ritornato verso la costa ed avrebbe potuto dare un passaggio al nostro collega in cabina di guida.
  Speranzoso nella soluzione trovata Angelo ringrazia ed attende l'arrivo dell'autocarro del grossista. Quest'ultimo (giunto alla solita ora) disponibile alla richiesta di passaggio, fa presente  che però non può ripartire subito in quanto deve caricare il mobilio del tenente dei carabinieri trasferito da Urbino a Falconara Marittima.
  Nulla di male, si disse fra sé Angelo, che attese per alcune ore il ritorno del grossista che quando riapparve aveva già a bordo in cabina la moglie del tenente con in braccio un neonato.
  Le cabine d'allora non erano capienti, spaziose e confortevoli come quelle degli autocarri di oggi per cui le soluzioni erano poche: o restare in Urbino un'altra notte o affrontare il viaggio nel cassone.
  L'opzione fu la seconda ma il cassone era colmo di mobili e suppellettili domestiche varie tanto che l'unico posto di fortuna rimasto si trovava sopra due armadi.
  Di sera imbacuccatosi alla bene e meglio, alzato il bavero del cappotto e sistematosi all'aria del cassone, privo di qualsiasi copertura, Angelo inizia il viaggio di ritorno sobbalzando sui due armadi ad ogni scossone della strada ed aggrappandosi ad essi ad ogni “volt” per non rischiare di cadere dall'autocarro.
  Viaggio “confortevole” e soprattutto ben ammortizzato dagli armadi.
  Dopo alcune ore di viaggio il camioncino arriva finalmente alla stazione di Fano dove il nostro collega saluta i propri compagni di viaggio, con i quali “sic” aveva avuto, come potete immaginare, una amabile conversazione “doppio sic” e si fionda con le ultime forze rimaste nel bar della stazione dove per riscaldarsi ha ordinato e bevuto due ponch.
  E per il ritorno a Pesaro? Il solito treno delle 19,50.
  La storia  in un prossimo episodio.
  Al termine di questo racconto la morale é che, sia ieri che oggi, per fare l'arbitro ci vuole una grande passione.

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