Una sfida vinta
di Umberto Carriera, AE OTS
Chissà com'è stare dall'altra parte. E' questo ciò che mi sono chiesto quando ho visto affissi all'interno del mio Istituto scolastico i manifesti che pubblicizzavano il corso per diventare arbitri di calcio.
Il viso inconfondibile di Collina, invogliava quantomeno a leggere ciò che c'era scritto su quel manifesto. Li per li ho lasciato perdere, ma poi giorno dopo giorno dentro di me cresceva la voglia di provare questa nuova esperienza.
Erano quasi 2 anni che avevo terminato la mia avventura calcistica,e avevo voglia di rimettermi in gioco. Così un pomeriggio ho deciso di inviare un' email alla sezione di Pesaro. Dopo un paio di giorni ho ricevuto una risposta che mi informava della data di inizio del corso, e così mi sono detto: “Dai ci provo”. Ed ora come ora posso dire, senza alcuna ombra di dubbio, che ho fatto benissimo a “provarci”.
Mi ricordo come se fosse ieri il giorno del debutto, esattamente un anno fa, il 22 maggio. Ero davvero molto emozionato, man mano che mi avvicinavo al campo, l'ansia cresceva sempre di più. Ma poi una volta entrato sul terreno di gioco, l'ansia è sparita e ho capito che la mia avventura era iniziata. Giorno dopo giorno, partita dopo partita, la mia autostima è cresciuta, senza perdere però l'umiltà che deve essere alla base della crescita di tutti noi.
La mia prima stagione è ormai quasi terminata, ed è stata davvero piena di soddisfazioni: il minimo che posso fare è ringraziare l'Organico tecnico per la fiducia che mi ha dato, ma credo che sia anche merito mio se sono riuscito in pochi mesi a passare dai campi del settore giovanile fino ad arrivare a calcare i campi di 2^ categoria. L'impegno e la voglia di migliorarsi sono le due cose fondamentali sul quale faccio leva ogni volta.
Fare l'arbitro è un impegno ed è importante farlo coesistere con lo studio. Allenarsi, allenarsi ed allenarsi: la condizione fisica, oltre ad uno stile di vita sano, aiutano ad affrontare al meglio la partita e ad essere sempre pronti.
Inoltre frequentando le Riunioni Tecniche, ho potuto imparare tanto dai consigli di colleghi ed anche di arbitri e assistenti di serie A ci sono venuti a trovare. Loro sono un vero esempio per noi e raccontandoci le loro storie ci hanno dimostrato che con tanti sacrifici ed anche un po' di fortuna, ci si può togliere molte soddisfazioni.
Ormai mi sento parte integrante di una grande famiglia, che ha come membri persone di tutte le età: dal ragazzino di 15 anni che ha appena frequentato il corso, ad Angelo Alberghetti che ogni giorno ci rende partecipi con i suoi racconti delle partite di oltre mezzo secolo fa.
Non mi resta che ringraziare tutti quelli che mi stanno aiutando nella mia crescita "professionale" non solo come arbitro ma anche e soprattutto come uomo.
Il viso inconfondibile di Collina, invogliava quantomeno a leggere ciò che c'era scritto su quel manifesto. Li per li ho lasciato perdere, ma poi giorno dopo giorno dentro di me cresceva la voglia di provare questa nuova esperienza.
Erano quasi 2 anni che avevo terminato la mia avventura calcistica,e avevo voglia di rimettermi in gioco. Così un pomeriggio ho deciso di inviare un' email alla sezione di Pesaro. Dopo un paio di giorni ho ricevuto una risposta che mi informava della data di inizio del corso, e così mi sono detto: “Dai ci provo”. Ed ora come ora posso dire, senza alcuna ombra di dubbio, che ho fatto benissimo a “provarci”.
Mi ricordo come se fosse ieri il giorno del debutto, esattamente un anno fa, il 22 maggio. Ero davvero molto emozionato, man mano che mi avvicinavo al campo, l'ansia cresceva sempre di più. Ma poi una volta entrato sul terreno di gioco, l'ansia è sparita e ho capito che la mia avventura era iniziata. Giorno dopo giorno, partita dopo partita, la mia autostima è cresciuta, senza perdere però l'umiltà che deve essere alla base della crescita di tutti noi.
La mia prima stagione è ormai quasi terminata, ed è stata davvero piena di soddisfazioni: il minimo che posso fare è ringraziare l'Organico tecnico per la fiducia che mi ha dato, ma credo che sia anche merito mio se sono riuscito in pochi mesi a passare dai campi del settore giovanile fino ad arrivare a calcare i campi di 2^ categoria. L'impegno e la voglia di migliorarsi sono le due cose fondamentali sul quale faccio leva ogni volta.
Fare l'arbitro è un impegno ed è importante farlo coesistere con lo studio. Allenarsi, allenarsi ed allenarsi: la condizione fisica, oltre ad uno stile di vita sano, aiutano ad affrontare al meglio la partita e ad essere sempre pronti.
Inoltre frequentando le Riunioni Tecniche, ho potuto imparare tanto dai consigli di colleghi ed anche di arbitri e assistenti di serie A ci sono venuti a trovare. Loro sono un vero esempio per noi e raccontandoci le loro storie ci hanno dimostrato che con tanti sacrifici ed anche un po' di fortuna, ci si può togliere molte soddisfazioni.
Ormai mi sento parte integrante di una grande famiglia, che ha come membri persone di tutte le età: dal ragazzino di 15 anni che ha appena frequentato il corso, ad Angelo Alberghetti che ogni giorno ci rende partecipi con i suoi racconti delle partite di oltre mezzo secolo fa.
Non mi resta che ringraziare tutti quelli che mi stanno aiutando nella mia crescita "professionale" non solo come arbitro ma anche e soprattutto come uomo.