Per ogni avventura che finisce...
di Nicola Donnarumma
Cari Colleghi e Amici,
in questa occasione particolare, ho deciso di uscire per un attimo dalle vesti di Redattore per condividere con voi alcune emozioni.
Quattro anni fa, con la promozione alla CAN D, è iniziato per me un magico viaggio costellato di mille emozioni: tante tappe che mi hanno portato ad incrociare volti di persone sconosciute eppure così vicine per la passione che ci accomunava….che mi hanno dato la possibilità di conoscere splendide realtà, di luoghi a volte distanti….che mi hanno regalato l’emozione di entrare in stadi ormai lontani dai grandi palcoscenici ma ancora gloriosi per la loro storia…ed anche il brivido di qualche fuga rocambolesca, scortato dalle forze dell’ordine.
Poi, un “bel giorno”, questo viaggio si è interrotto…si è interrotto su una piccola buca di quella fascia che tante volte avevo percorso avanti e indietro da Assistente…una buca che mi ha tolto la possibilità di sognare e di guardare lontano.
Sono molte le sensazioni che mi hanno accompagnato in queste ultime settimane: sconforto, a volte rabbia, sicuramente dubbi ed incertezze; tanti, davvero tanti i ricordi che si sono affollati nella mia mente…ricordi di momenti che mi hanno fatto gioire ed arricchito nell’anima….ricordi offuscati, purtroppo, da un velo di tristezza….da quella tristezza che umanamente ti assale alla fine di ogni percorso. In mezzo a tanti pensieri amari, però, c’è una consapevolezza che non mi ha mai abbandonato: quella di aver avuto il privilegio, per doti e per fortuna, di poter vivere una serie di esperienze indimenticabili, magari uniche e irripetibili, che a molti non è dato provare nemmeno per una volta.
Ora si aprono davanti a me nuovi orizzonti, sicuramente diversi, ma non per questo meno nobili. Fin da quando ho deciso di intraprendere l'attività di arbitro, giorno dopo giorno, ho imparato ad apprezzare la grande occasione che mi veniva data: non solo la possibilità di scendere su un terreno di gioco per far rispettare delle regole ma, su tutte, l’onore di essere arbitro.
Essere davvero arbitro non significa solo indossare una divisa ma vestirci di un abito che non ci abbandona mai, nemmeno nella vita di tutti i giorni, un abito che diventa parte di noi, che ci spinge a maturare, ad avere rispetto delle proprie capacità e di quelle altrui, ad essere equilibrati anche di fronte alle difficoltà e a saper guardare sempre avanti; essere arbitri vuol dire sentirsi parte di una famiglia pronta a sostenerti e a darti forza…una forza, questa, che nessun infortunio…che nessuno…potrà mai portarmi via!!
Forse domani mi ritroverò ancora una volta a correre su un polveroso campetto di periferia o forse seduto su di una fredda tribuna, con la speranza di poter trasmettere ad un giovane collega le mie esperienze; una cosa è certa, ovunque mi troverò, so fin da ora che affronterò questo nuovo viaggio con la passione di sempre…perché per ogni avventura che finisce, una nuova è pronta ad iniziare….e sta a noi, al nostro spirito, al nostro animo vincente….renderla altrettanto entusiasmante!!!