Commissione arbitri regionale in visita a Pesaro
di Ilaria Cleri, AE OTR
La prima riunione tecnica del nuovo anno che si ė tenuta lunedì 20 gennaio presso la sala della Delegazione Provinciale FIGC di Pesaro ha visto la presenza del Comitato Regionale Arbitri Marche, guidato dal Presidente Gustavo Malascorta accompagnato dai componenti Marco Lombardi, Davide De Luca, Giancarlo Teodori, Gianluca Racchi e Paolo Giammarchi. È stato un pomeriggio di lavori intensi con i consueti colloqui ad personam per tutti gli associati regionali impiegati nei vari ruoli, un momento importante di crescita e di bilanci per fare il punto della situazione arrivati al giro di boa di tutti i campionati.
La riunione è stata aperta dal nostro Presidente sezionale Luca Foscoli che nell'occasione ha presentato alla platea i nuovi arbitri che sono entrati ufficialmente a far parte dell'Associazione, inoltre ha ricordato come le sezioni e la regione camminano insieme per la crescita dei singoli perché i protagonisti sono gli arbitri di calcio e che la sezione crede fortemente nel comitato regionale e nel lavoro pregevole che esso sta svolgendo da 4 anni. Dunque, la parola è passata al Presidente Malascorta che ha presentato la sua squadra con un breve excursus accompagnato da un intervento di ciascun componente; prima di passare alla parte prettamente tecnica, è stato proiettato un filmato introduttivo con l'obiettivo di infondere in ciascuno dei presenti determinazione e voglia di fare, affinché non ci si arrenda mai di fronte alle difficoltà che fanno parte naturalmente del percorso di ogni arbitro, ma è necessario finire sempre la corsa anche quando una partita non va secondo le proprie aspettative, per cui bisogna dare il massimo divertendosi perché questo deve essere lo spirito dello sport, sia durante la settimana in allenamento che la domenica in gara.
Quello che chiede la commissione è di fare cose semplici, arbitrare essendo se stessi, senza mai snaturare la propria persona per evitare di apparire costruiti e statici, senza dimenticare che l'arbitro possiede tre strumenti per tutelare la propria immagine: cartellino giallo, cartellino rosso e il Giudice sportivo, mentre i giocatori non possiedono alcun mezzo. È importante uniformare il comportamento degli arbitri fin dall'appello dai Giovanissimi all'Eccellenza, ha continuato Malascorta, in modo tale che le società si abituino a vedere applicati gli stessi criteri indipendentemente dalla categoria affinché si parli la stessa lingua arbitrale su tutti i campi marchigiani. A questo punto si ė entrati nel vivo della parte tecnica affrontata da due relatori per delineare un quadro completo degli aspetti su cui lavorare, supportata dalla preziosa visione di filmati raccolti nei campi regionali, poiché discutere dell'errore con un supporto visivo è più costruttivo che ricorrere all'immaginazione dell'espisodio.
Il vice Presidente Marco Lombardi ha affrontato gli aspetti preliminari e amministrativi della gara; in primis, in qualità di addetto al pronto AIA, ha ricordato l'importanza di avvisare tempestivamente in caso di necessità, perché la credibilità dell'arbitro nasce dall'arrivo puntale al campo di gioco, poi la stesura del referto che deve essere curata in ogni dettaglio e infine la preparazione atletica che è la base sulla quale ogni arbitro-atleta deve continuamente lavorare per poter amplificare le proprie prestazioni sul campo. Infine Lombardi ha parlato di entusiasmo reciproco con cui si lavora perché se da un lato la commissione incentiva gli arbitri, dall'altro gli arbitri rispondono con grandi motivazioni e abnegazione realizzando così un feedback per una crescita comune.
La seconda metà della lezione è stata affrontata da Giancarlo Teodori, responsabile della Prima Categoria, che si è soffermato sugli aspetti tecnico-tatticodisciplinari parlando di uniformità comportamentale, poiché toccando con mano gli arbitri di Prima Categoria che provengono dalle sezioni bisogna limare e perfezionare alcuni aspetti, come per esempio abituarsi allo spostamento in diagonale per trovarsi pronti per un eventuale impiego futuro con gli assistenti ufficiali, i vari posizionamenti di gioco statici e dinamici, il rispetto della distanza, l'intuizione tattica delle squadre, il modo di relazionarsi con i giocatori che deve essere sempre spontaneo e mai arrogante o autoritario, infine il body language che esprime le nostre emozioni.
È stata una lezione molto intensa ma certamente costruttiva, da cui ogni arbitro ha saputo trarre il meglio per scendere in campo ogni domenica con la consapevolezza che basta poco perché il meglio deve ancora venire.