Il Personaggio della Settimana: Davide Cascone
a cura della redazione
Oggi intervistiamo Davide Cascone (34enne) che tre anni fa ha deciso di entrare all'interno dell'Associazione Italiana Arbitri. Dirige le gare di calcio a 11 e calcio a 5 a livello provinciale dimostrando sempre una grande passione in quello che fa, dentro il campo e fuori. In bocca al lupo.

Che suggerimento daresti ad un giovane arbitro? Ad un giovane arbitro l’unico consiglio che posso dare è quello di scendere in campo consapevoli che non possiamo riuscire a vedere tutto, è che a volte scusarsi con gli addetti per non essere riusciti a vedere bene, ci rende più umani e meno prepotenti. Un altro consiglio che mi permetto di dare ai giovani è quello di provare ad arbitrare il Calcio a 5, io l’ho provato e vi assicuro che vi da tante soddisfazioni, ma soprattutto una prospettiva di carriera molto più semplice rispetto al settore Calcio.
Cosa vuol dire per te essere arbitro? Essere arbitro per me vuol dire avere responsabilità, ogni incontro per me è come una missione, sono soddisfatto solo quando la squadra che perde si complimenta per la direzione della gara.
Come definiresti il tuo modo di arbitrare? Chi è il tuo arbitro preferito? Il mio modo di arbitrare lo definisco assai deciso, non faccio intravedere che ho dei dubbi quando prendo una decisione. Non ho un arbitro preferito, ma mi avvicino per i suoi modi di fare a Morganti.
Quale evento ricordi più volentieri dei tuoi trascorsi arbitrali? E qual è l’aneddoto più curioso? Non ricordo particolarmente un incontro di calcio rispetto ad un’altro, anche perché mi capita spesso di arbitrare dei derby e degli incontri al vertice. L’unico evento che ricordo di più dei miei trascorsi arbitrali, è la direzione della finale dei Play Off di 3^ Categoria del campionato scorso. Non ho un aneddoto in particolare, l’unica cosa che posso raccontare è che prima di ogni incontro, mi tocca andare in bagno per la tensione che ho addosso.
Un tuo pregio ed un tuo difetto? Il mio difetto, ma a volte diventa un pregio, è quello che in certe situazioni mi metto nei panni dei calciatori e dei dirigenti, anche perché in passato ho coperto questi ruoli e capisco certe reazioni che, chi nella vita ha solo arbitrato, a volte non possono essere comprese ed accettate.
Qual è l’obiettivo che speri di raggiungere in questa stagione e quali sono le tue aspettative per il futuro? Per l’età che ho non posso avere tante aspettative per il futuro, sono cosciente che non posso arbitrare in categorie superiori rispetto a quelle che arbitro attualmente, questo non vuol dire che non ho stimoli, perché il mio obbiettivo è quello di migliorare sempre.