Raduno intersezionale: le impressioni di un giovane collega
di Thomas Bonci
Dal 10 al 12 settembre la sezione AIA di Pesaro ha partecipato al raduno inter-sezionale a Poppi, un magnifico paesino in provincia di Arezzo che ospita uno dei più bei castelli toscani, insieme alle sezioni di Arezzo, San Giovanni Valdarno e Siena. Per me è stata un’esperienza indimenticabile e divertente ma allo stesso formativa e ora cercherò di raccontarvela.
Tutto è cominciato alle 9.00 di giovedì 10 settembre quando gli arbitri di Pesaro partecipanti al raduno (una trentina) si sono presentati puntuali in sezione per poi affrontare il viaggio insieme. Dopo un viaggio tra le colline dell’Appennino finalmente siamo arrivati al ParcHotel di Poppi dove ci aspettava un graditissimo pranzo. Ma poi dal pomeriggio è cominciato il vero e proprio raduno con riunioni tecniche, test atletici e quiz regolamentari. La cosa più bella è che abbiamo potuto fare tutto questo non da soli ma insieme ai nostri amici arbitri di Pesaro e delle altre sezioni presenti. Non è mancato infatti il tempo per socializzare con i nostri colleghi e per conoscere nuovi arbitri toscani (anche toscane, sia chiaro!!): insieme abbiamo parlato, discusso, scherzato perché siamo tutti arbitri ma prima di tutto siamo delle persone, delle persone che hanno una passione in comune, delle persone con una marcia in più.
La sala dello splendido Castello dei Conti Guidi di Poppi è stata sempre gremita dei 120 giovani arbitri che hanno assistito alle disposizioni tecniche e hanno effettuato i quiz sul regolamento, anche con il nuovo metodo “informatizzato” utilizzando un videoproiettore e venerdì mattina tutti allo Stadio di Poppi per i test atletici brillantemente superati da tutti gli arbitri pesaresi, soprattutto da Manuel De Luca che è arrivato primo fra tutti e ha ricevuto come premio una borsa originale dell’AIA.
Mi è molto piaciuto il discorso dell’ex presidente della sezione AIA di Arezzo, Carlo Polci, attuale vicepresidente della Commissione Ispettiva Nazionale dell’AIA, quando ha detto che noi in campo ci andiamo da soli ma tutti gli arbitri formano una grande squadra: se un arbitro sbaglia, sbagliano tutti gli arbitri ma allo stesso tempo se un arbitro fa bene, fanno bene tutti gli arbitri. Questo è lo spirito con cui si deve continuare a vivere questa esperienza e continuare a crescere come arbitro e come persona. Tutti noi dobbiamo essere orgogliosi di appartenere a questa grande famiglia. E questo deve essere dimostrato nei campi, dalla Serie A ai giovanissimi provinciali.
Personalmente spero di poter far parte di questa grande famiglia il maggior tempo possibile.