Raduno arbitri "Talent-Mentor" Coverciano
di Thomas Bonci, AE OTR
Sabato 31 marzo e domenica 1 aprile 2012 si è svolto nel Centro Tecnico Federale di Coverciano, il Raduno “Mentor e Talent - UEFA Convention”. Anche la Regione Marche era presente con i suoi quattro Talent: Thomas Bonci (sez. Pesaro), Filippo Pirani (sez. Jesi), Pietro Peruzzi (sez. Ancona) e Pierpaolo Silvestri (sez. Ascoli Piceno), accompagnati da Giampiero Ciccoianni (componente del Settore Tecnico e osservatore CAN D).
Questi due giorni hanno rappresentato per tutti i “Talent” marchigiani una grandissima esperienza che si porteranno dietro per tutta la vita. Il solo fatto di essere stati a Coverciano, nello stesso centro dove si allena la Nazionale Italiana e gli arbitri di Serie A, è motivo di orgoglio ed emozione.
Il raduno è stata un’occasione per approfondire tante tematiche del regolamento (calci di rigore, condotta violenta, fuorigioco, falli di gioco e varie) in quello che Alfredo Trentalange (Responsabile del Settore Tecnico) ha definito un “nuovo modello di confronto” tra arbitri e dirigenti. Infatti, tutti gli episodi visti nei filmati sono stati oggetto di un grande dibattito che ha coinvolto in maniera attiva e partecipe tutti i Talent e Mentor presenti per l’occasione. Durante questi momenti sono scaturite considerazioni molto importanti sui singoli episodi e sull’esperienza arbitrale in generale. Alfredo Trentalange ha definito gli arbitri come “portatori di pace” con un “grande senso di giustizia”. L’arbitro non lo si è solo in campo, lo si è nella vita. Ecco perché è importante non “fare” gli arbitri, ma “essere” arbitri. E per essere grandi arbitri bisogna anche avere il desiderio di mettersi sempre in gioco: in particolare i giovani Talent devono essere d’esempio per tutti gli arbitri italiani, poiché è stata data loro una grande opportunità di crescita.
I presenti hanno avuto anche l’onore e il piacere di conoscere Francesco Bianchi (delegato UEFA per l’Italia di questo progetto). Grazie alla sua esperienza maturata nei campi di tutta Europa e grazie alla sua grande umiltà, Francesco è stato in grado di coinvolgere tutti i presenti in un entusiasmante confronto su quello che significa essere arbitri, quali sono i valori in cui credere e quali sono gli obiettivi (e i sogni) da seguire.
13 marzo, un ospite d'eccezione: Gianpaolo Calvarese
Per esperienza si intende una costante autocritica rispetto agli errori commessi volta ad un miglioramento continuo. L’esperienza si acquisisce con il passare del tempo, con un elevato numero di partite arbitrate e con l’assidua frequenza a tutti i principali momenti associativi che l’AIA offre ai suoi membri. Tutti i consigli appresi dagli associati più “anziani”, insieme al proprio bagaglio personale di esperienza, aiutano l’arbitro (e con esso: gli assistenti e l’osservatore) ad essere sempre preparato per qualsiasi situazione dovesse capitare durante una gara di una qualunque categoria.
Altra dote importante è il coraggio. Questa è una condizione di partenza, basilare per l’intera attività. In campo bisogna saper prendere tutte le decisioni che si ritengono giuste indipendentemente dalle reazioni che queste potrebbero provocare nei calciatori e nei dirigenti.
Nell’ultima parte dell’incontro, abbiamo visto e commentato i diversi filmati di partite di Serie A e B arbitrate dall’ospite. Gli associati hanno avuto modo di interagire con Gianpaolo riuscendo così a derimere situazioni complesse vissute nel campionato della massima serie, parlando così di condotta gravemente sleale, calci di rigore, fallo grave di gioco, collaborazione arbitro e assistente. Si sono trasmessi così preziosi consigli con quella voglia, energia e carica che il nostro ospite è riuscito a dare a tutti i partecipanti.
Questa serata è stata la dimostrazione che la nostra Associazione è una grande famiglia che ci unisce per l’entusiasmo e la passione che mettiamo in ogni partita, dalla serie A ai giovanissimi.